Predazzo, un fiore per aiutare il piccolo Federico che lotta contro la malattia
Il bambino, 8 anni, assistito dall’amore dei genitori e dal grande affetto della comunità: l’associazione Bambi ha un conto corrente che serve per aiutare la famiglia a sostenere le cure e acquistare i macchinari per vivere e compiere le azioni quotidiane. Il papà Gianni ringrazia tutti quelli che stanno loro vicini: «Per noi si sono mosse tantissime persone, ci siamo sentiti ben voluti, anche da chi non ci conosceva prima»
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PREDAZZO. Federico ha 8 anni. Dovrebbe frequentare la terza elementare, ma il brutto male contro cui sta lottando lo costringe tra ospedali e cliniche private. Ha bisogno di cure e macchinari costosissimi che gli permettano di vivere il meglio possibile e di compiere piccole, grandi, azioni quotidiane. Da solo non riesce né a respirare né a muoversi, mentre le capacità cognitive sono rimaste intatte.
Con grande determinazione riesce a comunicare a parole (pur combattendo ogni giorno con la tracheostomia che gli consente di respirare) e a deglutire. Per fare tutto il resto usa il puntatore oculare: gli serve per giocare e disegnare; quando finalmente potrà tornare a Predazzo, per accendere la luce della propria cameretta, la tv in camera o la musica; più avanti, forse, per fare compiti e verifiche di scuola.
Dove non possono arrivare la determinazione di un bimbo di 8 anni e l'amore della sua famiglia, serve una comunità che si prenda a cuore questa complessa e dolorosa vicenda. Predazzo e la val di Fiemme hanno saputo rispondere presente.Tutto è cominciato dall'Associazione Bambi, che aiuta le famiglie che si ritrovano in situazioni difficili per problemi dei loro bambini. Ha avviato una raccolta fondi, che servirà per acquistare (in collaborazione con i contributi della Provincia) un furgone utile a trasportare Federico e la speciale carrozzina sulla quale siede.
I soldi servono alla famiglia anche per pagare le costose cure e la clinica, per adattare - a seconda delle esigenze del bambino - la casa di Predazzo dove ormai non torna dal settembre scorso, tranne per la settimana del suo compleanno. Per il momento la vita di Federico si svolge tra la clinica di Bosisio, paese in provincia di Lecco, e l'ospedale di Bergamo dove ora si trova a seguito di un aggravamento della situazione.
«Sembra sia una cosa curabile - ci racconta papà Gianni al telefono, mentre in sottofondo si sentono i "bip" del macchinario che tiene vivo Federico - ma abbiamo perso mesi di lavoro sulla mobilità. Questa nuova infiammazione gli ha ridato la paura, in questo momento serve lavorare sulla sua psicologia».
Il papà deve rimanere accanto al bambino 24 ore su 24. Appena possibile lo raggiunge la mamma, con gli altri due figli, più piccoli, di 2 e 5 anni. Un anno fa la scoperta del male che si è insinuato nel corpicino di Federico, l'inizio del percorso oncologico che sembrava aver dato buoni frutti, ma in autunno la situazione è peggiorata danneggiando irrimediabilmente il suo sistema motorio, sia volontario che involontario.
«All'inizio non sapevano l'entità della malattia, poi abbiamo capito che non aveva cura. I medici sono riusciti a limitare la distruzione dei neuroni, così oggi possiamo comunicare con Federico, che ha sempre rifiutato la comunicazione alternativa. Lui vuole parlare solo con la sua bocca e, pur a fatica, ci riesce».
L'Associazione Bambi è stata la prima a prendersi cura di Federico. Si è poi aggiunto anche l'Istituto comprensivo Predazzo-Tesero-Ziano-Panchià, che la scorsa settimana ha organizzato un mercatino con i lavoretti degli alunni delle elementari e uno spettacolo, in collaborazione con il Coro Negritella. Nei due appuntamenti sono stati raccolti 5.063 euro.
Ora si è mossa anche la Consulta dei genitori dell'Istituto, chiedendo aiuto ai presidenti della Consulta provinciale. E poi, ancora, gli Alpini e i vigili del fuoco che hanno organizzato feste e donato il ricavato alla famiglia, e tante altre aziende che, senza tanto rumore, si sono fatte vicine.
«Per noi si sono mossi in tantissimi, ci siamo sentiti ben voluti, anche da chi non ci conosceva e ci ha aiutato. All'inizio i soldi sono l'ultima cosa a cui pensi, ma dopo un po' ti chiedi: "Come possiamo andare avanti?" Grazie a tutti coloro che hanno dato o che daranno un contributo. Tutta questa solidarietà ci dà grande forza».Per aiutare Federico si può fare un'offerta all'Associazione Bambi sull'Iban IT97U0818434570000010012200 (Cassa Rurale di Fiemme). Causale: "Progetto Fiore".