Si svuota il bacino del Pezzé, fauna dell'Avisio di nuovo a rischio, ma Hydro Dolomiti Energia fa quel che vuole
La protesta dei sindaci: dovrebbero scavare il materiale, non solo riempire di fango il torrente, con acque marroni e puzza lungo tutto il corso. L’ultima volta fu una strage di migliaia di trote
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MOENA. «Avviso di pericolo: Hydro Dolomiti Energia avverte che nell'alveo del torrente Avisio, dalla diga di Pezzè di Moena fino alla diga di Stramentizzo, potranno essere presenti portate d'acqua superiori al valore naturale. Durante tale periodo potrà essere pericoloso sostare nell'alveo del torrente Avisio nel tratto interessato».
Il messaggio recapitato dall'azienda trentina, settore idroelettrico, è rivolto soprattutto all'attenzione di pescatori e passeggiatori. È anche il segnale che sono cominciate le operazioni di svuotamento del bacino della diga di Pezzè a Moena.
Una cosa a cui il territorio fiemmese, i suoi amministratori e i suoi cittadini, che si trovano a valle della diga, sono sempre molto sensibili. Ogni volta che si apre la diga, si versano tonnellate di fango scuro (e puzzolente) lungo tutto il corso dell'Avisio. E la fauna ittica è a rischio, con migliaia di pesci morti.
«È chiaro che noi fiemmesi subiamo la cosa, come un'invasione nel nostro territorio - sintetizza il presidente della Comunità di Valle Fabio Vanzetta - Dopo la tempesta Vaia e diverse altre problematiche, ne avremmo fatto volentieri a meno».
Sindaci, Magnifica Comunità di Fiemme e pescatori a febbraio avevano scritto un documento ai competenti organi provinciali, in vista della successiva Conferenza dei servizi a Trento che avrebbe regolamentato i futuri svasi, decidendo modalità e tempistiche della fluitazione a valle (cioè nelle acque dell'Avisio) del sedimento attraverso l'apertura degli organi di scarico, anche in base alle segnalazioni provenienti dalla valle di Fiemme. Hanno chiesto una particolare attenzione alla vegetazione e alla fauna ittica, visto che l'ultima operazione (nel 2021) portò ad una moria di migliaia di trote.
Hanno chiesto che il grado di torbidità delle acque sia mantenuto entro limiti accettabili, che l'alveo sia adeguatamente ripulito dai sedimenti facendo scorrere l'acqua per alcuni giorni e che Hydro Dolomiti Energia valuti un ristoro dei danni economici prodotti dallo svaso sulla vendita dei permessi di pesca. Hanno chiesto che le operazioni venissero svolte nella tarda primavera, e non in concomitanza con eventi mediaticamente importanti.
Così è stato, visto che le operazioni - cominciate ieri - verranno fatte fino al 7 giugno, con una pausa tra martedì 21 e domenica 26 maggio, periodo durante il quale sul territorio transiterà sia il Giro d'Italia (il 22 maggio passaggio lungo la val di Fassa e la val di Fiemme fino a Predazzo e poi verso il Rolle) che la Marcialonga cycling (26 maggio).
«A noi sarebbe andato ancora meglio se anticipavano le operazioni - spiega Vanzetta - ma Dolomiti Energia vuole gestire gli svasi durante il disgelo, quando ci sono flussi d'acqua più importanti. Per ora la situazione è questa, e noi possiamo fare poco per cambiarla - conclude rassegnato il presidente della Comunità di Valle - Noi continuiamo a chiedere che venga asportato del materiale, non solo fatto defluire. Ma sono 15 anni che non ci ascoltano. Forse con il rinnovo concessioni idroelettriche verranno messi più paletti, che ci tuteleranno maggiormente».