Acque / Il caso

Sversamento del Pezzé, un disastro ambientale sull'Avisio, la Magnifica Comunità protesta

Via ad una indagine indipendente sui danni alla fauna ittica, Hydro DE sul banco degli accusati, e si scopre che il Giro d’Italia ha portato il fango anche in val di Cembra, tramite Stramentizzo aperto

FIEMME. Per quanto eseguite con la dovuta cautela e autorizzate dai vari servizi competenti, le operazioni di svuotamento e rimozione dei sedimenti mediante fluitazione controllata della diga di Pezzè hanno provocato conseguenze negative alle acque dell'Avisio. 

Una notizia attesa, poiché anche le altre volte le conseguenze non erano state indolori, e ora si fa la conta dei danni, per poi andare a chiedere risarcimento a Hydro Dolomiti Energia, che attua gli svasi per garantire operatività e sicurezza alla diga. Ma che non ha mai preso in considerazione l’alternativa (più costosa): dragare il bacino, invece che liberare tonnellate di limo nel fiume, uccidendo la flora e la fauna ittiche. Senza contare l’odore nauseabondo che ha ammorbato le rive.

Della questione se n'è parlato nell'ultimo Consiglio dei Regolani della Magnifica Comunità di Fiemme, che vanta il diritto esclusivo di pesca nelle acque territoriali. Lo scario Mauro Gilmozzi ha comunicato al Consiglio la volontà di incaricare un esperto indipendente per l'accertamento dei danni cagionati dal limo riversato a valle alla fauna ittica, alla microfauna e alla micro flora fluviali e ai popolamenti di uccelli che nidificano o vivono in ambiente fluviale e per la verifica che tutti i controlli previsti dalla normativa in materia siano stati eseguiti nel pieno rispetto dei criteri e delle modalità previsti.

«La Comunità - ha detto Gilmozzi - mantiene un rapporto costruttivo e collaborativo con tutti i soggetti coinvolti, ma non intende in alcun modo rinunciare alla vigilanza sui propri diritti e sul proprio territorio».

L'ultimo svaso prima di quest'ultimo risaliva al 2019. Un apporto idrico carente non ha consentito le operazioni di pulizia sia nel 2022 sia nel 2023. L'operazione di quest'anno è stata ritenuta necessaria dal gestore (Hydro DE) e dai competenti servizi provinciali per mantenere in buona efficienza l'impianto produttivo e per motivazioni legate alla sicurezza, alla luce delle sempre più frequenti ondate di piena.

II regolano Christian Larentis, delegato al settore della pesca, ha spiegato che la Magnifica non è rimasta passiva e supina davanti alle richieste del gestore dell'impianto idroelettrico. D'intesa con le quattro associazioni dei pescatori (l'Avisio è habitat ideale della trota marmorata), ha inviato ai servizi provinciali competenti e al gestore stesso una lettera nella quale venivano puntualizzati alcuni aspetti: tra questi il lavaggio dell'alveo per almeno due settimane, il controllo dei sedimenti anche nel bacino di Stramentizzo e la realizzazione di un defangatore o di un desabbiatore con svuotamento periodico come metodo alternativo e meno impattante di svaso.

Infine, nella lettera veniva avanzata la richiesta di un adeguato risarcimento alle associazioni che nel periodo di svaso assistono ad un drastico calo nella vendita dei permessi».

Sicuramente - ha detto Christian Larentis - bisognerà avviare una trattativa con il gestore per un adeguato risarcimento del danno provocato alle associazioni. I 15mila euro all'anno che Hydro Dolomiti Energia versa alla Magnifica Comunità di Fiemme sono un importo irrisorio e sbilanciato a fronte della produttività dell'impianto e dei danni cagionati».

Sia la Magnifica Comunità di Fiemme sia le associazioni dei pescatori hanno assunto una posizione contraria alla proroga delle concessioni, ritenendo preferibile un bando che fissi alcuni criteri ritenuti non negoziabili. «Che situazione si verrà a creare nel bacino di Stramentizzo, situato a valle, nel quale confluiscono tutti i sedimenti provenienti da Pezzè?» ha chiesto il regolano Fabio Volcan.

«La concessione di Stramentizzo - ha risposto lo scario Gilmozzi - contiene precisi impegni per la realizzazione di alcune opere e per la pulizia del lago. Vigiliamo affinché gli obblighi non siano elusi».

Intanto però, proprio in occasione dello sversamento del Pezzé e in una settimana di fortissime piogge, il mese scorso si sono aperte anche le paratie di Stramentizzo, e secondo i pescatori parte del fango si è riversata anche nella parte bassa dell’Avisio, in Val di Cembra. Tecnicamente, il fango del Pezzé non doveva esserci perché lo svaso doveva essere già terminato. Ma in realtà era in «ritardo» di due settimane, perché lo svaso del Pezzé è stato sospeso – su richiesta della Provincia – per il periodo del passaggio del Giro d’Italia: non si voleva che le riprese dall’elicottero mostrassero la Val di Fiemme attraversata da un torrente di fango nerastro. Così il pubblico della Rai ha potuto vedere acque azzurre e paesaggi ridenti. Una fake new, si direbbe oggi in termini social. Ma è la potenza della comunicazione turistica.


 

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