Vandali al bivacco Attilio Sieff: rubate le offerte, serratura rotta e sporcizia dappertutto
Negli ultimi anni la struttura della Sat di Predazzo subisce regolarmente vergognosi atti vandalici, l'ultimo segnalato da un escursionista appena qualche giorno fa
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PREDAZZO. Il bivacco Attilio Sieff, o Baita Latemar, è una struttura gestita dalla sezione Cai Sat di Predazzo. Nella sua posizione a quota 2.300 metri, sotto la forcella dei Campanili, è un buon punto d'appoggio per chi parte per la traversata del Latemar. Si raggiunge dall'arrivo degli impianti a Passo Feudo, oppure risalendo la val Sorda dall'abitato di Forno. In entrambi i casi occorre camminare per almeno due ore e questo rende il posto un tranquillo angolo dove passare qualche ora in compagnia o una notte fuori porta.
Il bivacco infatti è dotato di 16 posti letto e, grazie alla dedizione di Giorgio Gabrielli, referente della sezione Cai e degli altri volontari, è sempre ben rifornito di legna. In molti lo scelgono come tappa prima di scendere al Passo Costalunga, da dove poi la traversata proseguirebbe fino al Passo Sella. Purtroppo però negli ultimi anni il bivacco è interessato da numerosi atti vandalici, l'ultimo segnalato da un escursionista appena qualche giorno fa.
È accaduto per esempio che la cassetta delle offerte, destinate alla manutenzione, fosse stata divelta e rubata per poi essere gettata nel bosco qualche centinaia di metri più a valle; la serratura è stata trovata rotta. In altre occasioni gli avventori si sono dimenticati di dare una rassettata prima di ripartire o addirittura hanno lasciato dietro di sé le loro immondizie.
Per non dire dell'uso sconsiderato della legna messa a disposizione, che, vista la posizione del bivacco, è molto difficile da rifornire. Infatti, anche se i responsabili della sezione hanno predisposto una catasta all'inizio del sentiero della Val Sorda, cosicché chi sale al bivacco possa prendere quella che gli necessita, nessuno si carica i tronchetti in spalla con la prospettiva di scalare mille metri di dislivello.
Così ogni anno Gabrielli e gli altri volontari devono servirsi dell'elicottero per rifornire il bivacco, cosa che inevitabilmente ha dei costi. Purtroppo l'incuria e gli atti vandalici ai danni di luoghi pubblici aperti e incustoditi come questo sono all'ordine del giorno ovunque e non esiste una soluzione. Chi infatti ha cercato di predisporre sistemi di prenotazione e serrature che si aprono solo previa autorizzazione ha incontrato vari tipi di criticità. Questi sistemi richiedono un lavoro e un'organizzazione troppo onerosa per un gruppo di volontari.
Si fa affidamento dunque sul buon senso delle persone e sul rispetto per beni che sono di tutti. Tanto più che i bivacchi di montagna, pur prestandosi a serate in compagnia e a momenti d'intrattenimento, nascono e restano dei ricoveri importanti in situazioni di emergenza e perciò devono essere pronti per accogliere gli escursionisti sorpresi dal maltempo.