Breguzzo dice sì alla fusione
Breguzzo dice sì alla fusione con Roncone, Lardaro e Bondo. La discussione c’è stata, e alla fine il consiglio ha approvato l’idea di fusione. Non all’unanimità: infatti un membro di maggioranza si è astenuto. La minoranza, invece, ha deciso di votare a favore, pur nello scetticismo, perché come spiega Ilda Frioli «forse sarebbe meglio provare prima con la gestione associata dei servizi». L’approvazione affonda le radici in una convinzione: «Riteniamo necessario che sia la gente a pronunciarsi attraverso il referendum, poiché l’argomento è delicato e investe la vita di tutta la comunità».
Abbiamo parlato di idea di fusione. Ora parte il progetto vero e proprio, che significa decidere il paese in cui mettere la sede, il nome del nuovo Comune, la sistemazione dei vari servizi, la pianta organica e via di questo passo.
Entro marzo il progetto dovrebbe essere varato, per poi passare al referendum, che si dovrebbe tenere in tarda primavera o a inizio estate. Se la popolazione dirà di sì alla fusione, i consigli comunali rimarranno in carica un altro anno, in modo da andare alle elezioni per il nuovo Comune nel 2016. Viceversa se non andrà in porto, tornerà tutto come prima, e si penserà alle gestioni associate.
Come hanno dimostrato altrove (in particolare fra Condino, Cimego, Brione e Castel Condino), non è automatico che la gente sia favorevole alla fusione. Nei paesi dell’alto Chiese una certa opposizione si vede soprattutto a Roncone, dove una parte della minoranza è apertamente contraria, almeno in questo momento, perché preferirebbe prima il passaggio alla gestione unitaria dei servizi. Ma questo sarà tema di dibattito delle prossime settimane.
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