Sapes e O.G. in sciopero: clima teso in azienda
Tensione alta che più alta non si può. Come altro si può definire il racconto che esce dai cancelli della Sapes e della O.G.? Oggi nuovo sciopero in fabbrica, e il clima delle relazioni - secondo i sindacati - è ormai ai limiti di guardia.
Ad esempio, dal giugno del 2013 l’azienda non paga le trattenute sindacali. «Attenzione - ammonisce Michele Guarda della Fiom Cgil - i soldi vengono trattenuti dalle buste paga, ma poi non vengono versati al sindacato. Migliaia di euro».
Ora il vaso è pieno, e la goccia che lo ha fatto traboccare è il recente licenziamento del delegato sindacale accusato di aver tentato di aggredire l’amministratrice unica Marzia Buccio, moglie di Giuliano Sossi, il commercialista di Ponte Caffaro da qualche lustro fra i proprietari della storica azienda metalmeccanica del Chiese.
«Noi abbiamo tenuto un profilo basso - avverte Michele Guarda - perché tenevamo a mantenere un clima tranquillo in funzione della difesa del lavoratore, ma non vogliamo passare per quelli che difendono i nullafacenti e gli indifendibili, come piace spiegare agli altri che hanno informato la stampa dell’accaduto. Anche perché il delegato licenziato è un lavoratore onesto e corretto, perciò non andava licenziato».
Ma il disastroso clima con i lavoratori non è l’unica spina nel fianco della Sapes. C’è l’aspetto debitorio, in rapporto al fatturato di venti milioni di euro. In realtà la Sapes, come osserva il sindacalista della Fiom, «ha una produzione interessante: lavora per multinazionali come la Caterpillar o la Dana, nel settore dell’automotive, con modalità di produzione (stampaggio a caldo e stampaggio a freddo) che le permettono di stare su un mercato non facile. Riuscirebbe a chiudere bilanci positivi, se non fosse per un indebitamento che è andato crescendo con il passare degli anni tanto da rappresentare una palla al piede di proporzioni difficili da sostenere».
Le banche hanno chiesto alla proprietà l’assunzione di un manager con mandato pieno. Il 22 settembre dell’anno scorso è arrivato quindi un direttore di vasta esperienza, Gianluca Zanivan, 42 anni, in Dana fino al 2010, presentato in pompa magna da un comunicato aziendale che recitava: «Il nuovo manager, che potrà contare sul supporto della Proprietà e di tutta la qualificata squadra di Sapes, avrà la responsabilità di affrontare e vincere le nuove sfide del mercato attraverso la crescita a volume e a valore del portafoglio, la ricerca, lo sviluppo tecnologico e la riorganizzazione dei processi in una logica di miglioramento continuo».
Sono passati appena cinque mesi e a quanto pare nemmeno su questo fronte l’atmosfera è rilassata. «La proprietà ha fatto sapere al sindacato - osserva Michele Guarda - che d’ora in poi l’interlocutore non sarà più il manager, ma la proprietà stessa». E il clima, a tutti i livelli, è incandescente.