Quattro ragazzi «re» del Brenta in barba a diabete, autismo e sindrome di Down
Limiti dimenticati e tutti al Tuckett
Augusto, faentino di 13 anni, diabetico, è arrivato domenica, trionfante, su Cima Brenta, la regina del gruppo dolomitico con i suoi 3.151 metri di altezza. E altri due adolescenti, entrambi fanno Pietro di nome ed entrambi autistici, assieme ad Alessandro, un bambino di 10 anni affetto da sindrome di Down, altrettanto trionfanti hanno messo piede sulle vette campigliane del Rifugio Tuckett. Con loro, ad accompagnarli, la guida alpina Simone Elmi , formata dal corso "Accedere al Sublime" dedicato proprio all'accompagnamento di disabili in montagna, e un'ospite d'eccezione, l'alpinista Tamara Lunger.
Una giornata davvero speciale, per una manifestazione - Cima Brenta Open - che ha fatto rivivere lo spirito dello scorso anno su Cima Sella, quando per la prima volta, l'idea di rendere la montagna fruibile anche ad un pubblico che normalmente non si immagina sulle vette dolomitiche, si è concretizzata. Una salita di passi e rocce, sudore e muscoli caldi, mani che si stringono, ma anche una salita simbolica: proprio Tamara Lunger che pochi mesi fa ha sfiorato la vetta del Nanga Parbat e l'ha lasciata andare senza calpestarne il suolo, riconoscendo che il suo fisico non ce la faceva più, si è prestata ad un evento che parla di limiti compresi e superati, e altri ancora da affrontare. L'alpinista ha accompagnato per mano, a turno, tutti i ragazzi che con entusiasmo hanno affrontato la sfida non contro un tempo o un'altitudine, ma con le proprie capacità.
A siglare un momento emozionante per gli alpinisti giunti sulle vette le note dell'Inno alla Gioia di Beethoven che hanno risuonato nella vallata interpretate da due musicisti da una vetta all'altra, fra Sella e Brenta: frasi alterne che si sono mescolate nell'aria tersa in una melodia giunta fino ai compagni di viaggio saliti al Tuckett.
Una montagna "Open" alle possibilità di fruizione ognuno secondo le proprie possibilità, open all'adrenalina di un ostacolo superato e alla gioia infantile che ne deriva, non certo un incoraggiamento a rendere le vette luoghi dove si arriva comunque, al di là di preparazione fisica e mentale: questo il senso di un evento che ha lasciato spazio anche alla riflessione nel dibattito al Rifugio Tuckett al quale hanno partecipato Tamara Lunger, Simone Elmi, il giornalista Rosario Fichera, Alberto Benchimol e Giulia Voltolini che si occupano di sport per disabili e Cesare Micheletti di Dolomiti Unesco.