Per la falesia dimenticata raccolti oltre 20 mila euro
Scade fra tre giorni la raccolta fondi lanciata sulla piattaforma digitale Eppela da Dolomiti Open per il recupero di una falesia nel borgo di San Lorenzo in Banale, ma il progetto «Falesia Dimenticata» ha già raggiunto, e superato, il traguardo dei 18mila euro che si era prefissata per restituire al popolo degli alpinisti la possibilità di tornare ad arrampicare la parete rocciosa di San Lorenzo in Banale.
«Mi chiamo Simone Elmi - spiega il progetto sul sito l’ideatore dell’iniziativa - e svolgo la professione di Guida Alpina ai piedi delle Dolomiti di Brenta, a due passi dalla valle del Sarca. Ho avuto il privilegio di scalare in questa falesia nei primi anni 90, prima che la chiudessero e togliessero tutti gli ancoraggi. Una location magica ed unica, con una roccia particolare, che grazie a questo progetto potrà riprendere vita.
Trent’anni di scalate sulla roccia e 15 anni di professione di Guida Alpina.
Numerose falesie attrezzate, più di 150 tiri chiodati mi fanno essere certo della bellezza e particolarità della ?falesia dimenticata?, conscio della unicità del luogo e del valore storico della falesia dove hanno scalato i miti degli anni 80 e dove potranno continuare a scalare le nuove generazioni di climbers». Il messaggio ha funzionato e la prima impresa è riuscita ai climbers di Dolomiti Open. Il contatore della raccolta fondi segnava ieri 20.389 euro, donati da 374 persone: fra i sostenitori - che, secondo il meccanismo della piattaforma di crowdfunding possono contribuire con cifre diverse alla causa scelta ricevendo in cambio dei premi in crescendo al pari della donazione - anche qualcuno che ha donato 600 euro, in 14 hanno deciso di dare 200 euro, in settantaquattro 60 euro e così via, con donazioni piccole e grandi che hanno premiato l’idea di Dolomiti Open.
Con i soldi raccolti i promotori acquisteranno i mille metri quadrati del terreno dal proprietario, terreno che comprende la falesia e il bellissimo prato sottostante con annessa sorgente; si impegnerà poi a realizzare il progetto di chiodatura degli itinerari e la sistemazione dell’area, i dieci originali che ripercorrono le vie storiche e gli altri trenta che furono disegnati al tempo, ma anche dei nuovi percorsi che permettano alla parete di essere accessibile anche ai disabili.
La falesia di San Lorenzo, grazie all’iniziativa di dolomiti Open e a tutti generosi sostenitori, tornerà ad essere quello che era alla fine degli anni Ottanta, quando l’arrampicata sportiva muoveva i suoi primi passi: ai confini della Valle del Sarca, in un paesino ai piedi delle Dolomiti di Brenta, una falesia con tutte quelle caratteristiche estetiche e di scalabilità che la rendevano unica nel suo genere.
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