Funivie Campiglio, l'utile record dà fiducia nelle sfide future
Ha polverizzato la soglia psicologica a lungo inseguita dei 10 milioni di passaggi, superato i 27 milioni di proventi dal traffico, migliorato tutte le performance e chiuso l’ultimo bilancio con un utile netto di 4,4 milioni. Ma i dati estremamente positivi dell’ultimo bilancio di esercizio di Funivie Madonna di Campiglio spa non hanno riempito sabato tutta la scena dell’assemblea dei soci, chiamata a celebrare anche il 70° anniversario di fondazione nella sala del PalaCampiglio.
Tra i soci presenti (il 94% del capitale sociale) e gli ospiti invitati, c’era infatti molta attesa per apprendere dalle parole del presidente Sergio Collini come la società si appresta ad affrontare l’operazione di acquisto del pacchetto di maggioranza di Valli di Sole Peio e Rabbi e della sua controllata Funivie Folgarida Marilleva, tramite la società veicolo Sviluppo Aree Sciistiche srl. E Collini non ha lesinato le spiegazioni su quanto accaduto tra fine luglio e inizio agosto, sulla «operazione di pura speculazione finanziaria» tentata da «una società sconosciuta a tutti che rispondeva a un dominus altrettanto sconosciuto», sventata rispondendo prontamente alla chiamata della Provincia e con la collaborazione decisiva di Trentino Sviluppo: «Non abbiamo avuto il tempo materiale di interpellare i soci - ha detto - ma abbiamo percepito il loro consenso per la logica conclusione di una vicenda che si trascinava da 10 anni: in questa grande società che si va formando, in futuro potrà confluire anche Pinzolo, dando vita alla gestione della skiarea che ora esiste come accordo commerciale».
Un sogno a lungo inseguito, da Campiglio: «Ma la preoccupazione logica cui dobbiamo rispondere è: abbiamo i mezzi necessari ad affrontare l’investimento di 25 milioni necessario per questa operazione?». La risposta è sì: «Il piano finanziario dettagliato che abbiamo elaborato ci dice che, con un trend di crescita modesto del 2-3% l’anno (la metà dell’ultimo), possiamo investire 10 milioni l’anno per 15 anni, ricavare un dividendo simile a quello che andiamo ad approvare oggi e ridurre comunque il debito che andiamo a contrarre».
Campiglio, insomma, è in grado di sopportare l’impegno che dovrà essere perfezionato il 28 settembre, con il versamento al curatore del fallimento Aeroterminal delle somme necessarie a consentire il passaggio di proprietà. «Ma abbiamo davanti un mese denso di impegni: dobbiamo ottenere dalla banca per l’erogazione della somma richiesta, trasformare Sviluppo Aree Sciistiche in una spa e aumentarne il capitale sociale». E qui, si attende che i partner finanziari e i soci privati si impegnino concretamente, secondo quanto previsto dall’accordo con Provincia e Trentino Sviluppo, versando i 12 milioni previsti (7 dai partner finanziari, 5 dai soci solandri).
Il futuro è «iniziato in modo improvviso e scioccante», ha detto Marcello Andreolli, presidente della controllante Emmeci Group spa, che fu costituita in un lampo nel 1999 per difendere le Funivie Campiglio dalla scalata della famiglia Bertoli, intervenuto prima dell'approvazione dei conti dell'esercizio chiuso il 30 aprile scorso.
In attesa degli sviluppi di questa impresa, i soci di Funivie Campiglio incamerano dall’esercizio chiuso il 30 aprile un dividendo di 2.205.000 euro, pari a 2,80 euro per azione, mentre gli altri 2.204.964 euro di utile netto vengono destinati a riserva straordinaria: è questo il frutto dell’anno più positivo di sempre. Infatti, se è mancata quasi completamente la neve naturale (180 centimetri in tutto contro i 10 metri dell’inverno 2013-2014), a salvare la stagione è stato l’innevamento artificiale. Dal 7 novembre a fine gennaio sono stati consumati 800mila metri cubi di acqua e 7,5 milioni di kwh per produrre 1.600.000 metri cubi di neve al costo di cifca 2 euro al mc.
La perfetta sciabilità garantita sul 90% delle piste ha portato Campiglio a inanellare nuovi primati, rispetto a quelli già segnati col bilancio precedente: 10.333.318 passaggi (+3,49%), 27.401.332 euro di proventi del traffico su 31.344.244 euro di ricavi (5,14%), 1.253.562 passaggi (+2,37%). Risultati che si sono riflessi positivamente sulla solidità della società, che ha visto l’indebitamento calare del 15,67% (ora a 10.353.859 euro) mentre il margine operativo lordo è aumentato del 4,79% ed è ora a 13.748.782 euro. Tutto questo considerando che, oltre alle spese vive (8,5 milioni per i 176 dipendenti e altrettanti per i costi operativi), la società ha investito in rinnovi e miglioramenti 6,4 milioni di euro: 2,3 per il potenziamento della rete di innevamento, 1,8 milioni per la ristrutturazione della sede sociale, 960mila euro per nuovi battipista e veicoli, 670mila euro per le revisioni degli impianti.
Dopo l’approvazione all’unanimità dei conti, la conferma del Cda e la nomina del collegio sindacale (non più guidato da Pietro Angelo Pallini ma da Magda Sala), l’argomento «futuro» è stato ancora protagonista, alla cerimonia per i 70 anni della spa Funivie, costituita il 10 agosto 1947 da 19 soci fondatori.
Ne ha riparlato il presidente Sergio Collini sottolineando che, «se nel 2017 abbiamo chiuso il miglior bilancio di sempre e abbiamo concretizzato il sogno di una grande società unica, con un fatturato di 60 milioni», questi risultati sono dovuti a una «sinergia totalizzante» con il territorio che si è sviluppata in 70 anni di storia e che deve continuare. E qui Collini è tornano a insistere su un punto che le Funivie considerano irrinunciabile: l’ampliamento del demanio sciabile, alla luce del congestionamento sulle piste rilevato per 30 giornate nell’ultimo inverno. Rivolgendosi direttamente al governatore Ugo Rossi e agli assessori provinciali presenti (Alessandro Olivi, Carlo Daldoss, Michele Dallapiccola, Tiziano Mellarini), il presidente ha chiesto che non ci sia preclusione nei confronti di un futuro ampliamento verso Serodoli o nell’area Vagliana-Mondifrà-Pradalago. Una richiesta cui si è aggiunta quella del presidente della Comunità delle Giudicarie Giorgio Butterini, che ha parlato di «viabilità indegna di avvicinamento» agli impianti, chiedendo con forza che siano realizzate le circonvallazioni di Ponte Arche e Pinzolo e migliorate le direttrici verso il Bresciano.
Ugo Rossi non ha chiuso la porta a un ragionamento sui due punti («dovremo occuparci di demanio come di strade»), ma nel suo intervento ha sottolineato soprattutto lo sviluppo parallelo dell’autonomia speciale e della società impiantistica (71 anni per la prima e 70 per la seconda), su basi rivolte a creare un futuro per le persone e una montagna che non sia un deserto: «L’assoluta corrispondenza del percorso dell’autonomia e delle Funivie prosegue ora in questa avventura: abbiamo gettato tutti il cuore oltre l’ostacolo ma siamo certi che gli investimenti sono ben riposti, perché stiamo parlando di due società che hanno fatto bene il loro lavoro. La sfida che abbiamo davanti contiene ingredienti di competenza e affidabilità, prudenza, fiducia, coraggio e visione del futuro, per arrivare a una società unica che raggruppi soci industriali, partner finanziari, privati che in Val di Sole stanno facendo dei ragionamenti».
Ad ascoltarlo, alcuni rappresentanti solandri importanti (il sindaco di Dimaro Folgarida, Andrea Lazzaroni, il presidente della Comunità Guido Redolfi, il presidente dell’Apt Luciano Rizzi), mentre il sindaco di Pinzolo Michele Cereghini ha colto il messaggio lanciato da Collini sulla necessaria sinergia tra attori economici e territorio, sottolineando la difficoltà della sfida che si è aperta e la necessità di far capire ai giovani che in Rendena c’è futuro. Il suo collega Matteo Leonardi di Tre Ville ha valorizzato il fatto che i risultati ottenuti in 70 anni dalla società sono dovuti certo ai capitali investiti, ma anche alle persone che hanno saputo rapportarsi col territorio. Persone, lavoratori che faticano tutti i giorni, esaltati infine dal vescovo Lauro Tisi, per cui «non c’è economia né finanza che funzionino senza uomini che lavorano», mentre oltre alla concretezza c’è bisogno di sogni, per guardare avanti.