A Fiavé nasce il parco delle palafitte
A cura della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia sta per nascere a Fiavé il Parco delle palafitte, per la valorizzazione dell’area archeologica che, assieme a quella di Ledro e ad altri 109 siti palafitticoli dei sei Paesi dell’arco alpino, è entrata a far parte del patrimonio Unesco.
La Soprintendenza ha accertato la necessità di provvedere all’allestimento del Parco delle palafitte di Fiavè, comprensivo della realizzazione di palificazione nel lago della Torbiera Carera, di passerella per il percorso di visita e di cinque palafitte.
Quello che dovrebbe sorgere è una sorta di villaggio palafitticolo (le capanne più antiche del sito vengono fatte risalire al 3800-3600 a.C) da ricreare secondo l’impianto originale: la palificazione sulla base dei ritrovamenti archeologici, una capanna attrezzata all’interno come allora, il percorso di visita con vari punti informativi legati ai ritrovamenti (ad esempio l’elemento legno e sua lavorazione, le ceramiche, il ferro, ecc.), ma anche orti e animali, selvatici e domestici, che diano l’idea della vita del tempo. Un parco didattico «vivo», quindi, i cui contenuti saranno diversi da quelli del Museo delle palafitte presente in paese.
«La straordinaria mescolanza fra risorse ambientali (habitat di torbiera, caratterizzato da un alto grado di biodiversità) e culturali (sito di reperti archeologici) rendono la torbiera di Fiavé un luogo unico in tutto l’arco alpino», si legge nella determinazione del dirigente della Soprintendenza con cui è stata approvata la costituzione del gruppo misto di progettazione e direzione lavori, ai fini dell’allestimento del Parco.
In vista della realizzazione del parco, l’amministrazione comunale di Fiavé sta pensando a collegare l’area archeologica al Museo: «Con l’assessore Stefano Carloni stiamo studiando percorsi, indicazioni e altro - spiega il sindaco di Fiavé Angelo Zambotti - e su questo abbiamo anche organizzato tre serate aperte a tutti. Nascerà un percorso didattico, con le coltivazioni e una piccola fattoria, ricreando il villaggio dell’epoca sulla quale, nel centro visitatori, è anche prevista la proiezione di un filmato. In collaborazione con la Rete di riserve - aggiunge il sindaco - stiamo pensando ad un collegamento ciclopedonale fra l’area archeologica e il museo». Vi sarà anche un percorso dedicato alla lavorazione della torba, che fino al Novecento è stata estratta e utilizzata. Del gruppo misto costituito con la determinazione della Soprintendenza per i beni culturali fanno parte l’architetto Elena Zambotti della Soprintendenza per i beni culturali (progettista dell’opera), la geometra Annalisa Bonfanti (Soprintendenza) e un ingegnere libero professionista.