Ponte agricolo, un altro colpo di scena: la Provincia revoca 918 mila euro di contributo
Leggerezza? Buona fede male interpretata? Una cosa è certa: il ponte agricolo realizzato per collegare le campagne di Darzo, Lodrone e Storo è nato sotto una cattiva stella. E oggi i nodi vengono al pettine. Il Consorzio di miglioramento fondiario di Darzo e Lodrone; che lo ha costruito, si vede decadere il contributo di 918.000 euro della Provincia, la quale chiede indietro il «mal dato» con gli interessi (più di 1800 euro).
La questione parte da lontano. Da quando si ravvisò la necessità di realizzare un ponte, in modo da evitare ai mezzi agricoli di percorrere le strade statale e provinciale per portare i prodotti dai campi ai luoghi di stoccaggio. In realtà il ponte serve anche per chi da Darzo e Lodrone vuole arrivare in zona industriale a Storo saltando qualche chilometro. In un primo tempo si pensò che lo potesse costruire il Comune, ma poi si verificò che se lo avesse fatto un Consorzio di miglioramento fondiario avrebbe preso un contributo più elevato.
«“Pronti», dissero i dirigenti del Cmf di Darzo e Lodrone, «lo facciamo noi». Così la Provincia, il 15 dicembre 2011, approvò un contributo di 963.000 euro, pari al 75% della spesa ammessa. Bene. Se non fosse per un piccolo (poi non tanto piccolo, come dirà la storia) dettaglio: «Fra la documentazione da presentare serviva in particolare la dichiarazione attestante che le particelle fondiarie interessate dall’iniziativa ricadono nel territorio di competenza e che sono stati acquisiti gli eventuali permessi di attraversamento, di manomissione e di allacciamento o di occupazione temporanea o permanente di aree».
E qui (come si dice) arrivano i famosi nodi al pettine. Infatti, come si legge nella prosa secca, anche se condita con il condizionale, della delibera della Giunta provinciale, «le aree interessate all’opera risulterebbero quasi del tutto estranee a quel perimetro». Trento ha chiesto chiarimenti, ma - dice la delibera - «Il Consorzio ha trasmesso in data 2 e 7
novembre 2017 una serie di considerazioni di ordine generale, che però sono ininfluenti sul punto di cui si discute (veridicità della dichiarazione)».
Ne consegue la richiesta di restituzione del contributo. In altre parole, il Consorzio di miglioramento fondiario di Darzo e Lodrone dovrà restituire 918.000 euro del contributo erogato l’anno scorso in tre tranche, entro trenta giorni. Inutile sottolineare lo sbigottimento del presidente Narciso Marini, che su quel ponte già ha visto ammonticchiarsi una dose tale di polemiche. Si pensi alla polemica sorta rispetto alla partecipazione della sua azienda al subappalto per la realizzazione dell’impalcato in ferro, per 180.000 euro, con accuse di interesse privato in atti d’ufficio.
Sbigottimento, si diceva. «Non ho parole», esordisce. «Cosa volete che vi dica? Che vadano avanti. È vero, ci contestano la particella su cui va a finire il ponte, che è di Storo e non di Darzo. Sapete che è dal 2009 che si parla di questa questione? Perché salta fuori solo adesso? Sono infastidito di sentirmi puntare la pistola alla schiena», si sfoga. Domanda inevitabile? Da chi? «Da tutti: dalla Provincia, dalle forze politiche che hanno sollevato il caso. Vuole che vada avanti?».
E adesso? «Faremo ricorso al Tar: qualcuno pagherà. Nei prossimi giorni avremo un incontro in Provincia, poi vedremo. Sono veramente sconcertato di fare la figura del truffatore», è l’ultima frase di Narciso Marini. «Che ci commissarino, poi qualcuno pagherà».