Idro, sui livelli del lago non si deroga

di Giuliano Beltrami

Provincia sorda e muta? Sorda perché non ascolta, muta perché non parla. Così pare pensarla Filippo Degasperi, consigliere M5S, che sostiene di non ottenere risposte alle sue interrogazioni «inerenti lo sviluppo e la tutela del lago d’Idro e del fiume Chiese da agosto».
E dato che c’è, sgrana il rosario delle date e dei numeri di protocollo (evitiamo questi ultimi): «28 agosto 2017, interrogazione a risposta scritta (come tutte, ndr): Valorizzazione della Val Vestino e utilizzo delle mulattiere a fini cicloturistici. Senza risposta. 1 settembre 2017: Interventi di recupero idraulico e ambientale del fiume Chiese a monte dell’abitato di Darzo e collegamento ciclopedonale con Storo. Senza risposta. 27 novembre 2017: Attuazione degli impegni previsti dagli ordini del giorno n. 227/XV e n.273/XV riguardante la realizzazione del percorso ciclopedonale del lago d’Idro. Senza risposta. 27 novembre 2017: Problematiche ambientali inerenti la gestione del lago d’Idro. Senza risposta. 27 novembre 2017: Attuazione dell’ordine del giorno n.273/XV Salvaguardia ambientale del lago d’Idro e del fiume Chiese. Senza risposta. 22 dicembre 2017: Regolarità delle procedure adottate dagli organi sociali della Esco Bim e Comuni del Chiese spa. Senza risposta; 22 dicembre 2017: Iniziative per la divulgazione delle informazioni relative alla qualità delle acque del lago d’Idro e del lago di Garda. Senza risposta».
 
È di questi giorni, però, un fatto nuovo: il presidente degli Amici della Terra lago d’Idro e fiume Chiese, Gianluca Bordiga, accompagnato dal vicepresidente Giuseppe Formenti, ha incontrato l’assessore provinciale all’Ambiente, Mauro Gilmozzi, a sua volta accompagnato dal dirigente Sandro Rigotti. I due ambientalisti hanno illustrato i termini della petizione che stanno portando in giro per le Amministrazioni pubbliche situate lungo l’asta del Chiese, da Valdaone al Mantovano, dov‘è la confluenza nell’Oglio. «Bisogna dire – commenta Bordiga – che nel 2017 il lago, nonostante la situazione siccitosa e nonostante la richiesta degli agricoltori della bassa di derogare dal deflusso minimo vitale, ha mantenuto una sua dignità. L’ha mantenuta anche perché l’ingegner Luigi Mille, dirigente dell’Autorità del Po, regolatore del lago, non ha accontentato le richieste degli agricoltori». 
 
Bordiga e Formenti hanno riportato un parere decisamente positivo sull’incontro con Gilmozzi, il quale ha ribadito la sua convinzione più volte espressa secondo cui «le escursioni del lago non dovranno mai superare il metro e mezzo. È chiaro che comunque la Provincia di Trento deve coordinarsi e dialogare istituzionalmente con l’altro “dominus” del lago: la Regione Lombardia. Però sui livelli non vogliamo derogare».
 
Ora annunciano che domenica 18 febbraio (alle 15, al centro polivalente di Idro) verrà presentato il quarto rapporto annuale sulle condizioni del lago da parte degli Amici della Terra. All’incontro interverrà Maurizio Siligardi, ecologo fluviale, che infilerà il dito in una piaga da un secolo esatto purulenta: i danni causati al lago dall’escursione delle acque. Oggi è 1 metro e 30, ieri e l’altro ieri era molto peggio: dal 1917 al 1987, per esempio, furono addirittura 7 metri: devastanti in un bacino tanto piccolo.

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