Addio a Jacopo Reversi Si è spento a 29 anni
Ha lottato fino alla fine come un leone ma la malattia lo ha sopraffatto e ieri si è spento il sorriso di Jacopo Reversi di Comighello.
Aveva 29 anni e da settembre lottava contro la malattia. Jacopo Reversi era conosciuto non solo a Comano ma in molte parti del Trentino anche per gli anni da giocatore di pallone.
La sua morte ha lasciato sgomenti. Negli ultimi giorni si sapeva che le sue condizioni si erano aggravate ma nessuno poteva accettare che quel ragazzo sportivo, educato e professionalmente preparato, potesse andarsene per sempre lasciando nel dolore atroce la moglie Erika, i genitori e il fratello più piccolo, oltre a tutti coloro i quali lo hanno conosciuto. Il papà Giulio lavora all’Associazione provinciale Allevatori, la mamma Wanda è originaria di Roncone.
Jacopo Reversi lavorava al Ceis, il consorzio elettrico giudicariese, ormai da molti anni, prima che si lauresse in Economia e management all’Università di Trento, dopo aver frequentato l’Istituto d’Istruzione don Guetti di Tione.
«Si era laureato con noi» dice con la voce rotta dalla commozione il presidente del Ceis, Dino Vaia. Jacopo Reversi aveva iniziato la sua attività professionale a tempo indeterminato al Ceis da giovanissimo, nel novembre del 2011 (anche se era dal 2009 che aveva dei contratti) e nel frattempo è riuscito a conciliare studio e lavoro, ottenendo la laurea magistrale in finanza. «La dimostrazione di un ragazzo intelligente, tenace e preparato» aggiunge Vaia. Una figura che al Ceis era molto apprezzata: «Siamo una realtà tutto sommato piccola, non più di quindici persone e quindi ci conosciamo tutti e bene. Jacopo - dice Vaia - era bravo anche in informatica oltre che in finanza. Un valore aggiunto per il nostro consorzio.
Davvero una tragedia per la famiglia, a cui sono vicino io ma anche tutti coloro i quali lavorano al Ceis; vicini alla moglie, ai genitori e al fratello perché se ne è andato uno dei migliori. Un ragazzo atletico, sportivo, solare. Non sono parole di circostanza ma è quello che era Jacopo».
Anche nelle foto sui social, Jacopo era sempre in movimento perchè lo sport era nel suo Dna. Il calcio innanzitutto che ha praticato fin da giovanissimo nel Comano nel ruolo di portiere. Fu uno dei protagonisti nel 2010 della vittoria del campionato di Prima Categoria e il passaggio in Promozione. Poi la Virtus Guidicariese e da alcuni anni il calcio a 5 con il Bleggio. Sport e divertimento sano: qualche ora da passare con gli amici per rinsaldare i rapporti e rilassarsi insieme grazie alla passione per il pallone. «Da quando è arrivato lui - dice commosso Andrea Monfredini, dirigente della società calcista - siamo arrivati alla C1. Ma al di là dell’aspetto sportivo Jacopo era una colonna dello spogliatoio ma anche fuori dal campo. Non potevi non volergli bene e apprezzarlo per le sue doti umane».
La notizia della malattia aveva fatto il giro tra gli amici ma lui, come conferma Vaia, riusciva a sdrammatizzare e rincuorare gli altri. A settembre i primi segnali e quindi il drammatico responso. A dicembre il matrimonio con la sua amata Erika, con la promessa, raccontano i suoi compagni, di una grande festa non appena si fosse rimesso. Questa festa non ci sarà; ci sarà invece il dolore enorme di una intera comunità.
I funerali si svolgeranno domani pomeriggio alle 17 nella chiesa parrocchiale di Santa Croce del Bleggio.