Intossicazione da monossido di carbonio per un’intera famiglia in vacanza nelle Giudicarie, sottoposta a trattamento nella camera iperbarica dell’ospedale di Bolzano. Mamma, papà e i due figlioletti stavano soggiornando in un appartamento di via Largo Bazzoli a Roncone da meno di un giorno. Arrivata dal Bresciano sabato sera, la famiglia di turisti ha acceso il fuoco prima di coricarsi. Ieri mattina uno dei genitori si è svegliato con i sintomi di un’intossicazione: forte nausea e mal di testa. Sintomi che avevano colpito anche il coniuge e i bambini. La famiglia si è dunque rivolta al pronto soccorso dell’ospedale di Tione, dove dagli esami del sangue è emersa un’anomala concentrazione di monossido. A quel punto è stato organizzato il trasferimento all’ospedale del capoluogo altoatesino per il trattamento in camera iperbarica.

Attorno alle 10 è dunque scattato l’allarme alla centrale operativa dei vigili del fuoco. Sul posto sono intervenuti i volontari del corpo di Roncone con i carabinieri di Tione ai quali la famiglia ha consegnato le chiavi di casa. Già all’esterno dell’appartamento i rilevatori in dotazione al corpo segnalavano una presenza allarmante del gas inodore che si sarebbe sprigionato dalla vecchia stufa a legna della cucina. Alla base di tutto ci sarebbe un malfunzionamento e, forse, la combustione di legna non ancora sufficientemente secca.

I parametri di monossido rilevanti dai pompieri all’interno dei locali erano quasi doppi rispetto alla soglia di allarme. Secondo i soccorritori, dunque, la famiglia avrebbe rischiato davvero grosso. Dopo diverse ore è stato peraltro richiesto il supporto dei vigili del fuoco volontari di Pieve di Bono con la macchina aspirafumo per favorire una ventilazione forzata dei locali invasi dal monossido. Le verifiche effettuate dai pompieri - che hanno eseguito anche la pulizia dei tubi della stufa - hanno accertato che non c’era alcun allarme invece per gli altri tre appartamenti che si trovano all’interno dell’immobile.