Un docufilm come regalo per Cesare Maestri
Le imprese di Cesare Maestri sulle Dolomiti.
Questo il filo rosso che Silvestro Franchini, guida alpina trentenne della Val Rendena, il regista Marco Benvenuti e Matteo Pavana stanno seguendo per la realizzazione di un nuovo docufilm sul celebre alpinista rendenero.
Un «regalo» - come lo definiscono gli autori - in occasione del suo 90° compleanno che si festeggerà in ottobre.
Un film che non tratterà però la salita della vetta patagonica di Cesare Maestri e Toni Egger nel febbraio del 56 su cui, pochi giorni fa, si sono riaccesi i riflettori in seguito alla notizia dell'avvio delle riprese in Alto Adige del documentario «Cerro Torre» di Reinhold Messner.
«Senza sapere nulla del film di Messner - commenta Silvestro Franchini con Marco Benvenuti , della casa di produzione di Trento Motion Studio, e Matteo Pavana stiamo lavorando ad un film documentario su Cesare Maestri in occasione del suo 90° compleanno».
Franchini, già salito agli onori delle cronache per i successi siglati con il fratello Tomas e Franco Nicolini nel progetto Los Picos 6.500 - volto a raggiungere le 16 vette più alte (tutte sopra i 6500 m) delle Ande - anticipa però che i contenuti «sono in netta contrapposizione ai temi che sono apparsi sui giornali di questi giorni».
Il riferimento è proprio al documentario di Messner, ma i promotori sgomberano subito il campo da possibili incomprensioni: «Nessuna polemica e soprattutto, nessun riferimento al Cerro Torre - aggiunge - è un'idea che ci è venuta per fargli un regalo e per ricordarlo ci siamo concentrati sulle tante vie che ha aperto qui in Trentino».
A scandire il racconto ci saranno diverse interviste che, spiega «vedono la montagna come divertimento e libertà. Perché questo è quello che ci dà la montagna».
«Con questo film - prosegue il giovane alpinista - vorremmo far conoscere le vie che Cesare ha aperto in Trentino, le motivazioni che lo spingevano ad andare in montagna, lo stile ed i materiali che si usavano. Inoltre, vogliamo concentrarci su temi quali il rispetto della montagna e della storia».
Questo perché chiarisce Franchini «La montagna per noi non è far polemica, ma è divertimento e rispetto. Abbiamo già un'intervista che Cesare ci ha lasciato recentemente, con immagini di arrampicata e slackline in montagna. Il nostro lavoro sarà rivolto al passato ma con uno sguardo al futuro».
Vanno in questo senso anche le scelte di «cercare - sottolinea - anche di arrampicare in libera sulle vie di Cesare senza modificarne la chiodatura».
Non solo arrampicata però «in questo progetto abbiamo coinvolto anche dei ragazzi che fanno slackline perché loro attaccano queste linee in orizzontale, mentre noi lo facciamo in verticale. Ma anche per loro la montagna è divertimento».
Ad anticipare il film ci sarà un trailer «che - conclude Franchini - speriamo di presentare in occasione del suo compleanno. Stiamo ancora cercando dei finanziamenti per completare un lavoro che ci sentiamo in dovere di compiere».