Finiti i lavori per la ferrata sulla cascata del Rio Ruzza
Sono finiti in questi giorni i lavori per il completamento della nuova ferrata sulla cascata del Rio Ruzza, in località Sajant, a Ballino.
Il primo tratto, fino al salto più basso, era già disponibile grazie ai lavori portati avanti dal comune di Fiavè con l’Asuc di Ballino del presidente Silvio Berti che ha anche messo in campo lavori in forma di volontariato per la nuova attrazione naturalistica, ma ora con la conclusione del nuovo tratto, lungo tre volte il primo, che arriva fino alla sommità della cascata si è creato un percorso completo che si snoda nello spazio scavato nella roccia dall’acqua.
Siamo a Ballino, alle pendici del Monte Cogorna, ad ovest del valico che collega le Giudicarie Esteriori con il Garda, a circa 1.000 metri di quota: la cascata del Rio Ruzza offre uno spettacolo unico, soprattutto nei giorni successivi alle piogge o allo scioglimento delle nevi quando la portata è nel suo massimo splendore e rimane una perla nascosta che in pochi, anche fra i locali, conoscono.
Eppure siamo ad una mezzora a piedi dall’abitato di Ballino. «Abbiamo voluto valorizzare questa meraviglia della natura, praticamente sconosciuta, che era sul nostro territorio - spiega il vicesindaco di Fiavè Giansanto Farina -. Ci è sembrata una bella occasione per far vivere agli appassionati questo angolo di territorio che merita davvero».
Il tratto concluso da pochi giorni, come il primo, è opera dell’alpinista giudicariese Elio Orlandi: «Orlandi ha disegnato il tracciato - prosegue Farina - e da vero alpinista ha fatto un lavoro egregio, ci ha messo la su firma e il suo spirito».
La particolarità della cascata di Ballino è nel lavoro creato dall’acqua: non si tratta di un classico sbocco e salto, l’acqua del rio Ruzza nel tempo si è creata uno spazio nella roccia tanto che ci si muove nella cavità, a poca distanza dall’acqua. All’altezza del primo salto c’è un anfiteatro con un piccolo specchio d’acqua e una piazzola dalla quale si può decidere di proseguire verso la sommità o rientrare tornando sui propri passi.
È da questo punto che prende il via l’ultima parte della ferrata appena conclusa: salendo si può arrivare fino alla vetta della cascata, passando due ponti tibetani e attraversando per due volte da un lato all’altro il salto d’acqua. Dalla cima è poi possibile rientrare, completando il percorso, dalla strada forestale.
I lavori per la valorizzazione della cascata, affidati alla ditta Orbari di San Lorenzo in Banale dell’alpinista Elio Orlandi, sono costati complessivamente 90mila euro.
La via ferrata in questi giorni è ancora chiusa al pubblico perché mancano gli ultimi collaudi, ma l’amministrazione assicura che è questione di pochi giorni e sarà aperta e inaugurata.