Dalle mucche i formaggi e i gelati a km 0
Natura, territorio, rispetto per le persone. Si muove lungo questi tre binari l’idea di impresa di tre giovani giudicariesi.
Loro sono Oscar Cherotti, 30 anni, di Favrio (Fiavè), la sua fidanzata Giulia Solci, 27, di Dasindo, e la sorella di lei, Anna, 24 anni. Studi universitari per tutti e tre: Oscar ha fatto la triennale in agraria e la magistrale in zootecnia a Padova; Giulia ha studiato psicologia. Anna sta terminando un master in imprenditoria a Bolzano.
Racconta Oscar: «Giulia e Anna due anni fa avevano avviato una yogurteria in franchising a Ponte Arche. Io, dopo esperienze di lavoro in Svizzera (in una malga) e nel Mantovano, come responsabile zootecnico, ho deciso di proseguire e specializzare l’attività di famiglia. Mio papà ha 160 capi di allevamento. Io sono partito con otto. Mio padre allevava frisone, io ho scelto le brune, che aveva mio nonno. Danno latte più adatto alla trasformazione». Latte che diventa subito gelato, caciotte, ricotta, stracchino, yogurt. Perché il piccolo negozio in franchising, che non lasciava troppo spazio alla creatività, è diventato una gelateria contadina («M’ami») con annesso spaccio di prodotti caseari gestito direttamente da Oscar. Mentre a riempire coppette e guarnire coni ci pensano Giulia e Anna. Un’attività non solo estiva (aprile-ottobre).
L’obiettivo è tenere aperta anche la gelateria tutto l’anno, puntando sulla clientela in transito (siamo sulla via principale che attraversa Ponte Arche, a due passi dalla stazione delle autocorriere), turistica e legata alle terme.
Il km zero piace e i vecchi bidoni di latte in metallo e fascine di fieno abbellite con fiori connotano in chiave rurale-chic l’esercizio commerciale. Dove Giulia e Anna, con la collaborazione di mamma Maria Grazia, dispensano sorrisi e spiegazioni ai clienti sui gusti di gelato contadino. Fatto con il latte freschissimo di Oscar e ingredienti del commercio equo e solidale, come cacao, caffè, zucchero (del Costa Rica).
I piccoli frutti arrivano dalla vicina Poia.
Il gusto più venduto in questa estate 2019? «La ricotta di Oscar, con miele e noci di Stumiaga», risponde Giulia, «ma anche il gusto stracchino con corniola, che si abbina bene alle creme».
La pasticceria è fornita da un giovane laboratorio di Storo, che a sua volta vende i gelati di Giulia e Anna.
L’attenzione all’ambiente non poteva mancare: in anticipo sulla normativa europea che entrerà in vigore nel 2021, coppette e palette sono biodegradabili e compostabili. Al banco dei latticini le caciotte aromatizzate con le erbe officinali di San Lorenzo in Banale vanno a ruba, come gli yogurt freschi aromatizzati alla mela, alla cannella, all’arancia, allo zenzero. Formaggi stagionati fino a sei mesi, stracchino compatto fatto con latte fresco pastorizzato.
L’azienda agricola di Oscar si chiama Misonet 46, come una località di mezza montagna, a 1100 metri di altitudine, ricca di radure, sul monte Misone, che domina la conca del Lomaso e del Bleggio, tappa obbligata per l’alpeggio. Il 46, invece, evoca sia il 46° parallelo Nord che attraversa la zona, che la tessera sociale n. 46 del nonno, che conferiva al caseificio sociale locale il suo latte. Insomma, un gusto vintage e rurale attualizzato. «Oltre alla vendita al dettaglio – spiega Oscar – i nostri prodotti caseari riforniscono bed & breakfast e agriturismi della zona». Il futuro? Accanto all’attività produttiva e commerciale, sempre più iniziative didattiche sulla ruralità e per spiegare come il mondo contadino di un tempo, con creatività e voglia di sacrifici, può farsi spazio in un mondo che spesso va troppo veloce.