Nel paese di don Guetti la Rurale chiude lo sportello «Ma è una scelta condivisa»
«E se alle tante chiacchiere facessero seguire i fatti? Qui cade tutto a pezzi!». Non la spiega così forbita Luigi Guetti, di Vigo Lomaso, che vide la luce per la prima volta negli anni Venti, quando le creature (casse rurali e famiglie coopertive) messe al mondo dal suo conterraneo e parente don Lorenzo Guetti stavano conquistando un ruolo nelle comunità di montagna, mentre il regime cominciava a diffidare della cooperazione, questa forma di impresa democratica.
«Sono due giorni che non si dà pace», sussurra la moglie, ma si capisce che pure lei è preoccupata: «Sem chi appiedati, per cui sem poréti».
Il fatto è che a Vigo Lomaso venerdì si chiuderà per sempre la porta della filiale della Cassa Rurale. E con questo viene segnato il destino di un piccolo centro che ha dato i Natali a don Lorenzo.
«Non abbiamo più niente», si lamenta nonno Luigi. «L’ufficio postale è stato chiuso, la macelleria è stata chiusa; la bottega è chiusa da anni; ora nemmeno più la banca. Che fente noi veciòti?». Il bar (che fra parentesi era gestito proprio dai coniugi Guetti) ha abbassato per l’ultima volta la saracinesca più di trent’anni fa, quando venne per i gestori il momento della meritata pensione. Nessuno se l’è sentita di prendere in mano l’azienda.
Si dirà: la bottega è a 1 chilometro, è il punto vendita di Campo Lomaso della Famiglia Cooperativa Fiavé-Cavrasto. Altrimenti, a tre chilometri ci sono Ponte Arche da una parte e Fiavé dall’altra, con i loro negozi. Vero. Ma chi non ha l’automobile?
Lo sportello bancario. La decisione è senz’altro figlia dei tempi. Nel Lomaso c’era una Cassa Rurale, tanto piccola da cercare (siamo all’inizio del terzo millennio) una fusione, che venne celebrata, non senza tentennamenti, con la sorella di Quadra-Fiavé, dopo tentativi vari di appoggiarsi alla Valle dei Laghi o alla Giudicarie-Paganella. Nacque così proprio la Cassa intitolata al padre fondatore della cooperazione trentina, don Lorenzo Guetti, che qui visse e qui riposa, non sappiamo quanto in pace.
Quando si dice l’ironia della sorte: ora (dopo qualche lustro dalla discussione) la Cassa giudicariese torna sotto lo stesso ombrello della Valle dei Laghi. Certo, entrambe con ruoli diversi. La Cassa Don Guetti nel 2018 fu assorbita dall’asso pigliatutto Alto Garda, che dopo essersi mangiata Brentonico e Valle dei Laghi rivolse l’attenzione alle Giudicarie, che in quel tempo non si decidevano a fare fronte comune per una fusione, che sarebbe arrivata un anno e mezzo dopo.
Da che mondo è mondo i giganti (salvo qualche eccezione) uccidono i nani. E non c’è dubbio che la Cassa Rurale Alto Garda sia un gigante, mentre la filiale di Vigo Lomaso è un nano. Così come non c’è dubbio (per rimanere nella terra giudicariese) che la Banca Cooperativa Valsabbina sia un gigante, mentre lo sportello di Baitoni (chiuso da poche settimane) è un nano. Fra le migliaia di soci delle Casse Rurali (i soci delle piccole e piccolissime realtà, in particolare) stanno crescendo le vibrazioni negative da quando la febbre delle fusioni è arrivata a livelli molto alti. La paura di non avere più voce in capitolo e punti di riferimento è sempre più forte, soprattutto fra le fasce deboli: gli anziani su tutti. Comprensibile lo smarrimento di personaggi come Luigi Guetti di Vigo Lomaso, che nei suoi 96 anni ha avuto sempre accanto lo sportello della Cassa Rurale, sia pure aperto, come accadeva ultimamente, poche ore alla settimana. Però, aperto.
LA REPLICA DELLA RURALE - Vero: la filiale della Cassa rurale di Vigo Lomaso chiude da lunedì, ma a 3 km c’è quella di Ponte Arche e comunque si tratta di una chiusura programmata con il coinvolgimento di figure rappresentative del territorio. I vertici della Cassa rurale Alto Garda replicano così alle proteste di Luigi Guetti, 96 anni, parente di don Lorenzo Guetti, alla chiusura dello sportello del paese in cui nacque il fondatore della cooperazione trentina.
«Si evidenzia - spiega una nota - che la filiale di Vigo Lomaso dista all’incirca 3 chilometri sia dalla filiale di Ponte Arche, frazione anch’essa inclusa nel comune di Comano Terme, che da quella di Fiavè. La filiale, da tempo aperta solo 2 mattine alla settimana per poche ore, presenta un’operatività estremamente limitata ed è collocata in un edificio ormai inadeguato ad ospitare attività aperte al pubblico. La chiusura della filiale è stata programmata con il coinvolgimento di figure rappresentative del territorio; è stata quindi condivisa l’installazione di un nuovo Bancomat evoluto individuando come sede ideale l’immobile, situato nella piazza di Vigo Lomaso, di proprietà del Consorzio di miglioramento fondiario Lomaso - Fiavè. I lavori sono stati completati e il bancomat è già regolarmente operativo».
La Cassa Rurale Alto Garda conferma comunque la volontà di mantenere operative sul territorio anche le filiali di Larido e Santa Croce e, «per quanto concerne il virtuoso movimento di associazionismo e volontariato che anima il territorio delle Giudicarie Esteriori, sono state incrementate notevolmente le risorse elargite dalla Cassa rurale a sostegno delle loro attività. Segnaliamo, inoltre, la concessione dei locali della filiale di Larido a favore della Fondazione Don Lorenzo Guetti e, da ultimo, l’installazione a Rango di un bancomat provvisorio durante i mercatini di Natale». Infine, sulle fusioni che hanno interessato le Casse del territorio, richiamate nell’articolo, «preme ribadire il valore di tali aggregazioni e delle modalità con cui sono state condotte».