A Malga Bissina, automobili a «numero chiuso», al massimo 250 al giorno fino alla diga
Il Parco ha deciso, oltre quel numero strada chiusa al Limes. Ma intanto non si passa comunque, c’è stata una frana e l’accesso è ancora interdetto
VAL DAONE. Riapertura, sia pure graduale. I turisti fremono. Sono già cominciate le telefonate a ristoranti, alberghi, rifugi e uffici turistici: «Quando aprite? Quando si può cominciare a venire?».Nei giorni scorsi il Parco Adamello Brenta ha convocato un incontro per dare le indicazioni relative ai parcheggi di attestamento nelle valli di penetrazione. Problema non banale per più ragioni. Anzitutto la necessità di evitare (o perlomeno ridurre) il rischio di inquinamento in ambienti delicati; poi l'esigenza di "controllare" che non si verifichi un eccessivo ammassamento delle persone lungo i sentieri e sulle mulattiere.
Risultato: alcune regole precise. Per la Val Daone, per esempio, a malga Bissina non potranno essere parcheggiate più di 250 macchine. Se consideriamo che in alcune domeniche dell'estate scorsa si arrivò a punte di quasi 600 auto, si comprende che il taglio è netto.
D'altronde va considerato che Hydro Dolomiti quest'anno non permetterà di parcheggiare ai piedi della diga di Bissina. Quando sarà stato raggiunto il punto massimo di auto parcheggiate, la strada verrà chiusa e le auto saranno fermate in località Limes.
Questo il verdetto del Parco con l'obiettivo di mantenere l'ordine.I turisti fremono, e fremono pure i titolari dei locali pubblici, chi per la voglia di riaprire dopo l'inverno, chi per essere passato sotto le forche caudine delle chiusure anti Covid.
Rimanendo in Val Daone, non aspettano solo quelli dell'alta valle, ma anche i loro colleghi della parte bassa. Diciamo che in alta valle si freme doppiamente, anche se nessuno dice nulla per adesso. Che succede?
Succede che nel mese di dicembre è caduta una frana di una certa rilevanza sulla strada che si arrampica dai 1.200 metri di malga Boazzo ai 1.900 di malga Bissina, in un luogo in cui qualche anno fa ne era già caduta un'altra, tanto che erano stati effettuati lavori di bonifica. Pare che all'inizio non se ne sia accorto nessuno, perché è caduta la roccia insieme alla neve, che nell'inverno scorso è stata assai abbondante. Quando ci si è accorti del problema (erano i primi giorni di febbraio), il Comune di Valdaone ha emanato un'ordinanza per interdire il passaggio, non solo degli automezzi, ma anche dei pedoni. In aprile si sono visti i geologi per studiare la situazione.
Nel frattempo passano i giorni e passano le settimane. E' passata la metà di maggio e fra qualche decina di giorni l'alta valle potrebbe cominciare ad animarsi. Facile immaginare l'apprensione di chi ha già assunto il personale per la stagione estiva. Ricordiamo che a malga Bissina c'è il ristorante storico Da Pierino, e davanti alla diga opera da anni il baretto dello stesso Pierino Mantovani, a buon diritto il "re della Val Daone", considerato che arrivò quassù a gestire lo spaccio per i lavoratori delle dighe quando aveva 25 anni, a metà degli anni Cinquanta, e inaugurò il ristorante nel 1960. Se da Bissina vai verso la val di Fumo arrivi al rifugio gestito dalla famiglia Mosca di Caderzone, meta di centinaia di escursionisti, che l'anno scorso ha festeggiato il cinquantesimo anniversario di gestione. In montagna la stagione è breve. Se parte in ritardo c'è il rischio che diventi brevissima.