Tione, alla Scuola Musicale un ammanco di 200 mila euro, è bufera
Il caso sollevato dal consigliere provinciale Degaqsperi, e la presidente Margherita Cogo ammette: colpa di un/a dipendente infedele che ha già dato le dimissioni dopo la scoperta di «spese pazze»
TIONE. Nubi che non annunciano nulla di buono si stanno addensando sulla Scuola Musicale delle Giudicarie. Niente - e sgombriamo subito il campo dagli equivoci, rassicurando i tanti iscritti e le loro famiglie - che possa mettere in discussione il futuro dell'associazione presieduta da Margherita Cogo, saldo punto di riferimento per decine e decine di giovani delle Giudicarie con la passione della musica.
Ciò che le nubi potrebbero scaricare rischia di abbattersi su almeno una figura dei dipendenti della scuola, in capo alla quale la stessa associazione sta svolgendo accertamenti. Il problema emerso sarebbe quello di un/a "dipendente infedele" che avrebbe sottratto denaro dell'associazione.
«Facendo i nostri normali controlli interni di verifica dei conti - conferma la presidente Cogo - è emerso che qualcosa non tornava. Voglio essere chiara: nulla è stato ancora accertato in modo inequivocabile, ma pare di capire che tutto a posto proprio non sia».
L'ex sindaca, nonché consigliera e assessora provinciale del Pd, oggi passata a Italia Viva con Conzatti, per ora limita lo spazio temporale della presunta condotta illecita all'ultimo anno, «ma se sarà confermata, i nostri accertamenti a carico di chi ha agito, risaliranno nel tempo».
La persona venutasi a trovare in questa imbarazzante posizione, nel frattempo - e la conferma viene dalla stessa presidente Cogo - si è già dimessa dall'incarico che ricopriva.
A portare alla luce il caso, è stata un'interrogazione presentata lunedì dal consigliere provinciale di Onda Civica, Filippo Degasperi. Nel documento, il consigliere - che pare ben informato - aggiunge alla vicenda altri particolari e soprattutto una stima degli ammanchi che se dovesse essere confermata renderebbe ancora più grave la condotta del/della dipendente infedele, ma finirebbe indirettamente per chiamare in causa anche i vertici amministrativi della scuola ed i revisori dei conti, responsabili dei bilanci della stessa che tra l'altro viene finanziata dalla Provincia.
Degasperi riferisce che «secondo insistenti indiscrezioni, la Scuola Musicale delle Giudicarie avrebbe scoperto non più tardi di 10 giorni fa un clamoroso ammanco nelle proprie casse».
A tradire il/la dipendente infedele sarebbe stata una fattura di un fiorista di circa 180 euro intercettata casualmente dalla direttrice della scuola, Gabriella Ferrari.
A questo punto, continua l'interrogazione «la direttrice avrebbe avviato una serie di verifiche che avrebbero portato alle dimissioni di un/a dipendente e all'individuazione di spese non giustificate (cene, pranzi, farmacie...) per un ordine di grandezza superiore ai 200mila euro».
L'uso reiterato del condizionale rende piuttosto chiaro che, soprattutto per quanto concerne la valutazione delle sottrazioni eventualmente perpetrate (e a questo punto spalmate su più anni) non vi è certezza. Motivo per il quale, probabilmente, la presidente Cogo non ha voluto aggiungere altre parole alle dichiarazioni riportate sopra, in attesa di avere riscontri più precisi.
Degasperi, invece, non perde l'occasione per aggiungere con amara ironia «che sorprenderebbe che un fatto simile sia occorso in una scuola la cui presidente ha preteso l'applicazione del contratto di prossimità e il blocco degli scatti di anzianità degli insegnanti proprio per una (e a questo punto motivata...) mancanza di liquidità. Quella liquidità che presidente, consiglio di amministrazione e revisori non si sarebbero accorti mancasse per ragioni non imputabili al costo degli insegnanti chiamati a pagare per responsabilità altrui».