Andrea Ziglio, nuovo direttore di Tione e Arco: «Serve un ospedale integrato con il territorio»
Classe 1985 e originario di San Michele all’Adige, ha iniziato il mandato mercoledì primo marzo: «Cercherò di garantire la presenza in entrambe le strutture. Vivere l’ospedale ogni giorno, conoscerne i professionisti, i percorsi e i bisogni dei pazienti è fondamentale»
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TIONE. Primo giorno di lavoro, mercoledì primo marzo, per Andrea Ziglio, il nuovo direttore a scavalco tra gli ospedali di Tione e Arco. Sarà direttore "facente funzioni", un incarico provvisorio in attesa dell'esito del prossimo concorso dell'Azienda sanitaria, a cui lui stesso parteciperà.
La sua nomina arriva tra i mugugni del presidente della Comunità di valle Giorgio Butterini che, in una recente rivista all'Adige, ha espresso il suo dispiacere. Non ne ha fatto ovviamente una questione personale, ma ha avuto da ridire sul fatto che l'Apss abbia deciso per un altro medico a scavalco, che dovrà dividersi tra le strutture di Arco e Tione, divise da una quarantina di chilometri.
A dispetto della giovane età, Ziglio ha già una buona esperienza in campo sanitario. Nato a Trento nel 1985, ma originario di San Michele all'Adige, si è laureato nel 2010 a Verona dove, nel 2016, si è specializzato in igiene e medicina preventiva. Ha iniziato la propria carriera nello stesso anno all'ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto per poi passare a fine 2017 all'Azienda Usl di Modena dove, dal 2018 a fine giugno 2021, ha ricoperto l'incarico di dirigente medico responsabile della direzione medica di stabilimento dell'ospedale di Carpi. Da luglio 2021 è stato medico della direzione sanitaria dell'Irccs (Istituto delle scienze neurologiche) dell'Ausl di Bologna.
Dottor Ziglio, come mai ha deciso di tornare in Trentino?
«Ho sempre avuto l'idea di rientrare a casa, ma solo dopo aver fatto esperienze in altre realtà. Credo che confrontarsi con modelli organizzativi diversi permetta di crescere. La Provincia e l'Azienda sanitaria trentina hanno grandi potenzialità. Grazie alla nostra autonomia possiamo creare modelli organizzativi innovativi rispetto ad altre regioni. E poi io ci tengo a lavorare per la mia comunità».
Per quanto tempo rimarrà?
«Non ho una data precisa. Starà qui sicuramente fino all'esito del prossimo concorso, a cui parteciperò. Spero comunque di restare più a lungo possibile».
Quali sono le sfide che la aspettano?
«In entrambe le strutture ci sono diversi fronti aperti. Per Tione il nuovo reparto di cure intermedie, con un modello che fa da ponte tra l'assistenza ospedaliera e l'assistenza territoriale. C'è il tema dell'integrazione con il territorio: serve lavorare per costruire percorsi di continuità tra ospedale e valle, rispondere al meglio in termine di prossimità ai pazienti delle Giudicarie ma anche consolidare le unità operative che ci sono. Ad Arco punterò sull'organizzazione del dipartimento di salute mentale».
All'ospedale di Tione l'ortopedia è un fiore all'occhiello.
«Abbiamo deciso di puntare su questa specialità e la recente nomina di un primario (Antonio Musetti, ndr) va proprio in questo senso, per valorizzare il reparto».
Resta la questione della carenza di professionisti della sanità.
«È un contesto abbastanza complesso, sia qui che in tutta l'Italia. È una sfida non facile, ma che serve cercare di vincere, valorizzando i professionisti».
Gli amministratori delle Giudicarie avrebbero voluto un direttore che si occupasse del solo Ospedale di Tione. Come si dividerà tra le due strutture?
«Ritengo importante la presenza in entrambe le strutture e cercherò di garantirla, a seconda delle attività che ci saranno. Penso che vivere l'ospedale ogni giorno, conoscere la struttura, i professionisti, i percorsi e i bisogni dei pazienti sia una cosa fondamentale».