Minacce di morte e altre pesanti offese agli autisti dei bus sulle corse di linea di Tione
La denuncia della Uil. Trentino Trasporti, per voce del direttore generale Roberto Murru, parla di «pochi utenti che si sono resi protagonisti di comportamenti scorretti». Il problema, insomma, esiste. L'ultimo caso, una decina di giorni fa, ha portato all'intervento delle forze dell'ordine. Il colpevole un ragazzo
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TIONE. La maleducazione, la cattiveria e l'arroganza di alcune persone non conoscono limiti. A volte si traducono in offese, altre arrivano fino alle minacce di morte. Di questi comportamenti devono spesso fare i conti gli autisti dei bus, penalizzando non solo il loro lavoro, ma anche il servizio per i passeggeri. Spiacevoli situazioni sono state segnalate negli ultimi mesi anche sulle corse di linea di Tione. Il sindacato della Uil Trasporti parla di una situazione non più sostenibile.
Trentino Trasporti, per voce del direttore generale Roberto Murru, parla di «pochi utenti che si sono resi protagonisti di comportamenti scorretti nei confronti dell'autista». Il problema, insomma, esiste. L'ultimo caso, una decina di giorni fa, ha portato all'intervento delle forze dell'ordine. Il colpevole era un ragazzo.
«Sono mesi che segnaliamo a Trentino Trasporti questa situazione che riguarda alcuni utenti poco raccomandabili - dice il segretario Uiltrasporti Nicola Petrolli -. L'autista non può gestire il controllo della situazione del mezzo dopo aver discusso anche animatamente, solo per aver chiesto il titolo di viaggio. Minacce di morte, offese di ogni genere con il rischio di essere preso a pugni sono all'ordine del giorno. Chiediamo a viva voce un ripristino immediato delle forze dell'ordine a bordo per contrastare questi incresciosi episodi che si verificano quotidianamente. Il compito e il ruolo del conducente di linea dovrebbe essere quello di guidare in tranquillità, rispettando il codice della strada e le varie indicazioni aziendali, ma non esiste nel suo mansionario la voce psicologo, guardia giurata o butta fuori».