Folla per l’addio a Paolin, il bimbo di 10 anni colpito da una malattia genetica: “Ora che puoi salta e gioca”
A Tione il funerale di Paolo Giardini. Il parroco rende onore ai suoi genitori: “Avete vissuto esclusivamente per lui e con il suo aiuto avete fatto del bene ad altre persone in difficoltà”. I bambini lanciano in cielo i palloncini bianchi. Come dicevano gli interventi dentro la chiesa, andranno a raggiungere Paolo lassù fra le stelle
TIONE. L'inizio del funerale è annunciato per le 14,30; comincerà con un quarto d'ora di ritardo perché fin dalle 14 la chiesa arcipretale di Tione è già piena ed una fila ininterrotta di persone di ogni età sale fino alla bara bianca coperta di rose bianche per stringersi alla famiglia e dare un ultimo saluto al Paolin. Si dice che è sempre troppo presto per abbandonare le cose terrene, ma a dieci anni suona addirittura come un'aberrazione: come una cattiveria del destino. Tuttavia sia il parroco don Celestino che il diacono Silvio Maier affermano il contrario. A riprova è stato scelto il brano delle sacre scritture in cui Dio vuole mettere alla prova Abramo chiedendogli di sacrificare il figlio Isacco. E quando questi vuole eseguire la prova viene fermato.
Ecco, Moreno e Silvia, i genitori di Paolo Giardini, la sorellina Alice e i nonni sono stati messi alla prova, che «è umano non comprendere. Però poi c'è la resurrezione, il pilastro - parole di don Celestino - dell'intero edificio cristiano». Nell'omelia l'ispirato diacono Maier riconosce ai genitori di «aver vissuto dieci anni esclusivamente per Paolo. E con il suo aiuto avete fatto del bene ad altre persone in difficoltà».
Il riferimento è alla costituzione dell'associazione "Gli amici del Paolin", che ha raccolto fondi da distribuire in favore di situazioni difficili o per l'acquisto di attrezzature: si pensi al Dual Ski, il particolare attrezzo per permettere anche a chi non ha la mobilità di scendere sulla neve delle Coste di Bolbeno, e si pensi all'altalena per disabili di Preore. "Paolo è un angioletto in più in paradiso - aggiunge Maier rivolto ai genitori ed agli amici - e passato lo sconforto continuerete con l'opera che avete iniziato".
L'immagine di Paolo (colpito da una malattia genetica) paragonato ad una delle tante stelle che brillano nel cielo è tornata negli interventi, spesso, come non è difficile immaginare, effettuati con le voci rotte dalla commozione, incoraggiate dagli applausi. E l'atmosfera si riempie di termini edificanti. C'è chi ricorda il sorriso di Paolo, prima di sentire che «i genitori sono orgogliosissimi di te perché hai lottato come un guerriero. Non ci hai lasciato: ci hai preceduto. Ci si vede di là». Un'esclamazione all'insegna dell'ottimismo. E la volta del tempio echeggia di applausi irrefrenabili.
L'invito finale al Paolin: «Ora che puoi, salta, gioca, vola!». E naturalmente sorridi. Le ultime preghiere del parroco e dei fedeli, i canti del coro ed il suono della chitarra accompagnano il feretro che esce dalla chiesa. Sul sagrato si vive l'ultima emozione: i bambini lanciano in cielo i palloncini bianchi. Come dicevano gli interventi dentro la chiesa, andranno a raggiungere Paolo lassù fra le stelle.