VAL RENDENA. Le gabbie erano sporche e piccole, piene di escrementi, i conigli mal tenuti e non curati: uno aveva anche una zampina rotta. Dalla querela, datata 2016, presentata dalla donna che era stata incaricata della cura degli animali, era partito nel 2021 il processo all'allevatore, un uomo della val Rendena.

Numerose le udienze in dibattimento, anche con colpi di scena perché a sua volta l'imputato aveva denunciato per appropriazione indebita la donna che lo aveva messo nei guai, in quanto lei gli avrebbe portato via quattro conigli di razza "blu di Vienna", due di razza "gigante pezzato" e un cane meticcio di taglia media.

La posizione della donna era stata poi stralciata, mentre per il proprietario dell'allevamento, difeso dall'avvocato Alessandro Seghetta, l'accusa iniziale di abbandono di animali era stata poi riformulata in maltrattamenti, con l'associazione Ugda onlus - Comitato garante diritti degli animali di Milano, che si era costituita parte civile. Il Comitato Ugda, tra l'altro, si è occupato del primo disegno di legge sull'istituzione del Garante dei diritti degli animali, e si occupa di consigli legali gratuiti per i cittadini in difficoltà nel far rispettare i diritti degli animali, di interventi legali in proprio a tutela dei randagi.

Il contesto della costituzione di parte civile dell'associazione è quello del riconoscimento del benessere animale per tutti gli esemplari, compresi quelli da allevamento. Il processo si è sviluppato in una decina di udienze, con l'audizione di testi e la richiesta della difesa di accedere a riti alternativi. La conclusione è avvenuta nei giorni scorsi con la pronuncia del giudice di proscioglimento: il reato è prescritto.