Morsi, pugni e testate contro la fidanzata: 34enne condannato a 4 anni e 10 mesi
Nel 2023 sono stati 487 i procedimenti per reati relativi al settore delle fasce deboli che sono stati iscritti presso la procura di Trento, con un aumento delle richieste di misure restrittive: 302 contro le 211 nel periodo precedente, con un incremento del 43%
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TRENTO. L'indole violenta del giovane si era rivelata già nei primi mesi di convivenza: schiaffi, pugni, testate, morsi. Bastava un nonnulla per far scattare l'ira del 34enne, nato in Tunisia, di fatto senza fissa dimora anche se per un periodo ha vissuto in val Rendena con la fidanzata. È proprio quest'ultima la vittima dei maltrattamenti.
Lei - un paio di anni di età in meno del compagno e originaria dell'Est Europa - ha subìto le angherie per quasi un anno; poi non è più riuscita a tacere il suo dolore e si è rivolta ai carabinieri.
Gli episodi di violenza risalgono al periodo compreso fra la primavera 2022 e marzo 2023 e ora è arrivata la condanna per l'imputato: 4 anni e 10 mesi è la pena decisa dal giudice Enrico Borrelli in abbreviato, con interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il tunisino era accusato non solo di maltrattamenti: aveva pure danneggiato la casa della ex, rompendo mobili e gettando suppellettili dalla finestra.
Come ricostruito dall'accusa attraverso l'attività di indagine dei carabinieri, le liti all'interno della coppia erano molto frequenti - tre o quattro volte la settimana ha indicato la vittima - e parecchio violente. Era da poco tempo che i due vivevano sotto lo stesso tetto quando lei ricevette il primo ceffone.
Non era stato un episodio isolato: la donna ha raccontato che più di una volta era stata presa a calci e anche morsa alle braccia. Due schiaffi li aveva ricevuti dal convivente fuori da un bar, una sera di dicembre, solo perché lei lo aveva rimproverato di essere stato maleducato nei confronti della persona che regalava biglietti della lotteria. Erano stati colpi così forti che la vittima aveva sentito un fischio alle orecchie. Spesso le erano rimasti evidenti segni della violenza sulle braccia, lividi scuri lasciati da pugni o da morsi, oppure sul volto, come la volta in cui l'ex compagno le aveva fatto sanguinare la bocca dandole una testata alle labbra.
Il rapporto era ormai quasi al capolinea, nella primavera 2023, quando l'imputato aveva forzato la porta della casa in cui si trovavano la vittima e il bimbo di lei di soli due anni e poi l'aveva colpita alla schiena gettandole contro una sedia.
Dopo la denuncia della donna era scattata la procedura del "codice rosso", ma l'allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento alla vittima non hanno fermato l'imputato dal manifestare per l'ennesima volta la sua violenza e la sua follia, violando qualsiasi misura: approfittando dell'assenza della ex, si era introdotto nell'abitazione ed aveva distrutto mobili ed oggetti vari, addirittura gettandoli dalla finestra. La procura aveva chiesto il giudizio immediato. Ora è arrivata la condanna al 4 anni e 10 mesi.
La procedura del "codice rosso" contro maltrattamenti in famiglia, stalking e violenza non fa sconti a nessuno. I numeri delle denunce testimoniano come il fenomeno abbia dimensioni preoccupanti.
Nel 2023 sono stati 487 i procedimenti per reati relativi al settore delle fasce deboli che sono stati iscritti presso la procura di Trento, con un aumento delle richieste di misure restrittive: 302 contro le 211 nel periodo precedente, con un incremento del 43%.