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Storo: lo svincolo sud ancora chiuso dopo la frana di 290 giorni fa e poi i lavori dureranno un anno

Tempi biblici dopo il disastro alluvionale dell’aprile 2024, mentre la gente si arrangia e passa ugualmente e la Provincia promette il cantiere. Il sindaco Zontini: «In Provincia garantiscono che entro una quindicina di giorni i lavori inizieranno»

di Giuliano Beltrami

STORO. 290 giorni, e tutto tace. Sul finire degli anni Settanta circolava una battuta più ironica che perfida per raccontare dei ritardi dello Stato: dopo un trentennio di malgoverno democristiano il Colosseo non ha ancora le finestre. Ecco, non siamo a questi livelli, ma l'attesa per il rifacimento dello svincolo sud di Storo con la statale del Caffaro comincia a farsi pesante.

Era il primo giorno di aprile del 2024 (Lunedì di Pasquetta) e quello che successe non fu un pesce d'aprile. Il versante della montagna ad occidente di Storo, sopra Ca' Rossa e Sottovillo, si è mosso dopo giorni di piogge insistenti, generando una frana che ha spazzato via un ponte in località Pice ed è andata a riempire un bacino di accumulo dell'acqua realizzato per la sicurezza del fondovalle.

Il contraccolpo è stato forte: infatti l'acqua ha riempito l'alveo del Lebrac (il torrente che scende verso Sottovillo) portando a valle piante e terra. Una pianta si è incastrata nella tombatura del rio che passa sotto la strada, causando la fuoruscita di acqua e terra, finite nelle cantine del vicino ristorante Barambana. Insomma, un disastro.

Svincolo in uscita da Storo chiuso, con i veicoli diretti dalla valle di Ledro e da Storo verso sud costretti ad arrivare sullo svincolo a nord, allungando il percorso di un paio di chilometri. Senza contare i danni del ristorante.

Da allora, come detto, non è più successo nulla. O meglio, lo svincolo sud è stato chiuso subito, perché per togliere il tronco incastrato nel tubo si è dovuto demolire una parte dell'asfalto e pure della massicciata. Stabilito che è necessario posare un tubo dalla sezione più ampia del precedente per evitare altri incastri pericolosi, la questione si è fermata.

Nel mese di settembre si era parlato di un accordo fra Provincia e Comune secondo cui alla prima spettava l'incombenza del lavoro e al secondo l'acquisto del tubo più grosso. Intanto il tempo è passato, mentre i locali si sono arrangiati all'italiana. Il transito nello svincolo è vietato, ma gli automobilisti locali passano ugualmente: a filo, ma passano. E si chiude un occhio.

Sempre nel mese di settembre si era parlato di un altro accordo fra Provincia e Comune, secondo cui i lavori avrebbero dovuto cominciare dopo l'estate, per evitare di chiudere la statale durante i flussi turistici. L'estate è passata ed è passato pure l'autunno, così siamo piombati nel mezzo dei flussi turistici invernali.

E il futuro? «In Provincia - prova ad essere rassicurante il sindaco di Storo Nicola Zontini - garantiscono che entro una quindicina di giorni i lavori inizieranno». Domanda banale: perché non si è partiti prima? «In effetti - risponde Zontini - si doveva partire in ottobre, ma ci sono stati ritardi per questioni organizzative. Ora si parte per un'operazione a tre: Bacini montani, Servizio gestione strade e Comune di Storo. A bilancio ci sono 70.000 euro per i quali abbiamo ricevuto un contributo della Provincia sulla somma urgenza».

Che proprio somma non è... «I lavori inizieranno - spiega il sindaco - e avranno la durata di un anno».

Di fronte al nostro sbalordimento illustra: «Tenete presente che è previsto lo spostamento della statale. Il cantiere prevede l'allargamento del rio Lebrac! E l'ampliamento del tunnel sotto la strada. Quando bisognerà tagliare la statale, il tracciato verrà spostato sul territorio del Comune con una "esse". Il problema riguarda i sottoservizi: lì sotto passa il feeder del metano, che alimenta tutta la valle e che non è il caso di chiudere d'inverno».

Insomma, la storia minaccia di essere ancora lunga.

 

FOTO SAI – Storo

 

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