Trento-Malé: un ricorso al Tar mette a rischio i lavori
Si rischia lo stop all’interramento della ferrovia Trento - Malé, proprio ora che stavano per iniziare i lavori.
La società Baratto, proprietaria del negozio di confezioni in via Nazionale, si è rivolta nuovamente al Tar, dopo il ricorso presentato un anno fa (sentenza del 29 aprile scorso che accoglieva parzialmente l’annullamento della precedente determinazione n. 725 di data 30 ottobre 2013 del dirigente dell’Agenzia provinciale delle opere pubbliche), per impedire che i treni passino sotto il loro edificio. E dire che per aggirare la possibilità di nuovi ricorsi alla giustizia amministrativa da parte dei privati, la Provincia aveva stralciato il progetto definitivo dal Piano quadriennale della viabilità inserendolo nel Piano provinciale per i trasporti, nella sezione «Interventi di competenza di Trentino Trasporti». Con questa modifica, la Provincia risparmia qualche bel milioncino di Iva, poiché Trentino Trasporti, gestendo il progetto esecutivo e la conduzione dei lavori, potrà recuperare l’imposta assoggettata al manufatto compensando i maggiori costi dell’adeguamento prezzi del capitolato.
L’approvazione della determina è del 31 ottobre scorso e prevede sempre una spesa di 24 milioni di euro conferiti alla Trentino Trasporti per la realizzazione dell’opera: 14.314.100 euro per i lavori, compresi gli oneri per la sicurezza, e 9.685.900 euro per costi amministrativi e spese accessorie, come spostamento delle reti di sottoservizi, apparati di controllo e segnalamento ma, soprattutto, incidono su tale somma i 5.700.000 euro previsti per le indennità di esproprio. I legali della Baratto srl hanno però ravvisato, anche in questo caso, l’illegittimità dell’iter procedurale per giungere alla determina, citando in giudizio non solo la Provincia (perché sarebbe stato approvato un progetto esecutivo diverso da quello che era stato esposto al pubblico per le osservazioni), ma pure il Comune di Lavis (per non aver rinnovato l’autorizzazione al sindaco di partecipare alla Conferenza dei servizi), le società Trentino Trasporti, Dolomiti Reti, Set, Trentino network, Terna rete Italia, Telecom Italia e Azienda provinciale per i servizi sanitari, poiché hanno convalidato le decisioni della Conferenza dei servizi che si era più volte riunita nell’estate scorsa.
Per i ricorrenti, i lavori della Conferenza dei servizi sono proseguiti «nonostante l’assenza di soggetti che erano tenuti a parteciparvi», e i verbali della Conferenza dei servizi sarebbero a loro parere da annullare poiché le osservazioni presentate dai ricorrenti non sarebbero state esaminate nella giusta forma di approfondimento.
Insomma, per difendere la propria attività commerciale dalla perdita dei parcheggi causata dall’occupazione del cantiere, dal danno per le vibrazioni e le polveri che si disperderebbero nel negozio con l’inevitabile chiusura dell’esercizio commerciale, solo per citare le principali motivazioni che sorreggono il ricorso, la ditta Baratto pone all’evidenza dei giudici, quando i treni passeranno sotto il negozio, i danni strutturali all’edificio oltre al grave inquinamento acustico. Il ricorso si basa su vari vizi di forma che sarebbero avvenuti nell’iter progettuale, sempre a detta dei ricorrenti. Pertanto, il progetto esecutivo sarebbe stato approvato con delle modifiche, stando al ricorso, di cui i componenti della Conferenza dei servizi non erano a conoscenza. Il Tar si esprimerà già nei prossimi giorni sulla richiesta di sospensiva immediata della determina, proprio ora che stavano per partire le notifiche degli espropri in previsione dell’inizio lavori previsto a primavera.