Sergio Menapace, uomo del Patt, nuovo direttore a San Michele
Ancora prima di lasciare l’attuale poltrona, quella di presidente della comunità di valle della valle di Non, per l’esponente del Patt Sergio Menapace è già pronta quella nuova, ancora più prestigiosa. Ieri il suo collega di partito Ugo Rossi, che incidentalmente è anche presidente della Provincia, l’ha proposto come nuovo direttore generale delle Fondazione Edmund Mach di san Michele, al posto dell’attuale direttore generale Mauro Fezzi che andrà in pensione. E il Consiglio di amministrazione ha dato il proprio beneplacito sul nome dell’attuale direttore dell’Ufficio agricolo periferico di Cles.
Menapace entrerà in carica nei prossimi mesi, dopo un periodo di affiancamento, alla cessazione dell’attuale dg. Il contratto del nuovo direttore sarà di tre anni, con un compenso ridotto del 13 per cento rispetto a quello del suo predecessore. Una nota della Fondazione spiega che in seguito al pensionamento dell’attuale direttore Mauro Fezzi, alla guida della Fondazione dal 2012, la Provincia ha eseguito una ricognizione interna per cercare una figura adeguata a coprire la carica dell’ente di San Michele all’Adige. Sergio Menapace è stato scelto alla luce del suo curriculum vitae. Quarant’anni, ex studente dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige, laureato in Scienze agrarie a Padova, ha seguito diversi corsi di aggiornamento sulla gestione del personale. Attualmente è il direttore dell’Ufficio agricolo periferico di Cles.
Tra le caratteristiche più apprezzate dal Cda sono state citate le doti diplomatiche di Menapace, la sua conoscenza delle problematiche territoriali e la sua competenza. Il presidente della Fondazione Mach, Andrea Segrè - nominato nei mesi scorsi dopo che il Pd in giunta provinciale si era opposto alla prima scelta di Ugo Rossi, un altro esponente autonomista come Andrea Berti - ha sottolineato come la giovane età di Menapace sia un vantaggio per l’ente, che sarà in questo modo proiettata verso il futuro.
Il Cda ha stabilito la durata del contratto del nuovo direttore generale in tre anni, con scadenza al 31 dicembre 2018, e si è occupato anche delle condizioni economiche dell’incarico: il compenso del nuovo direttore generale sarà ridotto del 13% rispetto al suo predecessore. «Questo è un segnale positivo in un momento di ristrettezze economiche», ha sottolineato il presidente Segrè.