La deroga di Daldoss per il Comune di Giovo
«Non ho fatto nulla di particolare, se non tenere informato passo a passo l’assessore Daldoss di come evolvevano i contatti avviati con gli altri comuni. La notizia che l’assessore ci ha concesso la deroga rispetto all’ambito di gestione associata prevista con Lavis, l’ho appresa anch’io dal giornale». Il sindaco di Giovo, Vittorio Stonfer pesa le parole con il bilancino. Sa di aver suscitato qualche invidia, in quanto la Provincia solo per il suo comune ha usato la delicatezza di innestare la retromarcia in materia di ambiti. C’è una ragione? Il primo cittadino cembrano non si sbottona. «All’assessore - argomenta - mi sono limitato a chiedere più tempo per decidere un passaggio che è fondamentale per il presente ma anche per il futuro della nostra comunità. Un passaggio che va fatto in piena consapevolezza e non sotto la pressione di un termine».
Davanti alla prudenza financo eccessiva di Stonfer, non rimane che investire della deroga sul «caso Giovo», direttamente l’assessore provinciale che l’ha disposta, Carlo Daldoss: «Va premesso che Giovo non ha chiesto alcuna deroga, ma si è trovato in una situazione nella quale la deroga era l’unica via percorribile - spiega il “padre” della riforma -. Con Cembra e Lisignago andati a fusione e con Lavis che pretendeva che dalla gestione associata si passasse poi alla fusione, Giovo - prontissimo alla gestione associata, ma a quanto mi ha più volte riferito il sindaco Stonfer assolutamente impreparato ad un impegno vincolante in chiave fusione - era rimasto isolato».
Giovo quindi va da solo, pur contando solo 2.500 abitanti... «Per ora sì - conferma Daldoss - anche se non sarà esente dagli obblighi di efficientamento dei servizi in capo ai comuni che vanno a fusione e a gestione associata. Peraltro va detto che Giovo parte da un’ottima situazione da questo punto di vista e può migliorarla anche solo rafforzando il “fidanzamento” con Lavis, visto che con questo comune già condivide il servizio tributi».
Per la borgata guidata da Andrea Brugnara non cambia nulla: forte dei suoi quasi 9000 abitanti non ha alcun obbligo di legge a cercare fusioni o gestioni associate. Giovo sa dove trovare Lavis se l’esperimento in solitudine diventasse un cappio al collo o se nel frattempo l’ipotesi di una fusione nel rispetto delle diverse identità venisse metabolizzata dai suoi abitanti. Ma la disponibilità a collaborare rimarrà la stessa? Chi vivrà vedrà.