La commissaria di Cembra-Lisignago al lavoro, anche sull'impianto a biomassa
CEMBRA - Il neonato si chiama Cembra-Lisignago e i suoi «genitori» sono gli ex comuni da cui ha mutuato i nomi. Tutrice del nuovo ente nato orfano ex lege, finché con nuove elezioni non avrà dei responsabili eletti dalla popolazione, dal 1 gennaio scorso è l’avvocato Barbara Lorenzi, già presidente del consiglio comunale di Rovereto.
Tocca a lei in qualità di commissario nominato dalla giunta provinciale far muovere i primi passi al nuovo comune nato dalla fusione di Cembra e Lisignago ed traghettarlo alle elezioni che si terranno a maggio. Un incarico che la dottoressa Lorenzi ha assunto con piglio risoluto, adottando un preciso modus operandi, rispettoso dei due ex comuni e dei loro abitanti.
«In ogni decisione che vado ad assumere - esordisce la commissaria - pongo particolare attenzione al peso che può avere sulle due comunità andate a fondersi: il mio intento è quello di non far sentire l’ex comune più piccolo - nella fattispecie Lisignago - assorbito dal più grande. Fin dai primi atti ho voluto far passare l’idea che rispetto ai due comuni esistenti prima si è voltato pagina, ragionando in chiave unitaria».
Avvocato Lorenzi, che situazione ha trovato al suo insediamento?
«Devo dire che le amministrazioni che hanno lavorato a Cembra e Lisignago fino al 31 dicembre 2015 mi hanno agevolato il compito. La compenetrazione dei due comuni a livello di organici era già stata impostata e a me tocca portarla avanti secondo delle linee guida già individuate e comunque potendo sempre contare come “organo consultivo” sulle due ex sindache, Antonietta Nardin e Maria Grazia Cattani. Le sento spesso e mi sono di aiuto».
E la popolazione?
«Il mercoledì mattina sono a disposizione: un’ora sono a Lisignago e due ore a Cembra. La gente viene, ci sono quelli che al referendum hanno votato per la fusione e quelli che invece erano contrari. Sia negli uni che negli altri riscontro buona consapevolezza di quello che è stato il percorso».
Come ha organizzato l’attività degli uffici comunali su Cembra e Lisignago?
«Sostanzialmente nulla è cambiato rispetto a prima. A Lisignago rimane aperto tutti i giorni il front office al mattino e il giovedì anche di pomeriggio. Credo che già si colga che la fusione, oltre al risparmio sui costi, porta un incremento di efficacia dei servizi alla popolazione: il personale unito garantisce presenza e duttilità sul territorio non paragonabile rispetto ad un piccolo comune. Per esempio assieme al personale della biblioteca di Cembra, stiamo pensando di ripristinare a Lisignago il punto cultura, per potenziarlo e trasformarlo in punto di lettura».
La commissaria e in futuro il nuovo sindaco possono dare le direttive. Il grosso tuttavia lo fanno i diretti interessati...
«Non c’è dubbio, ma nei 15 dipendenti dell’ex comune di Cembra e nei 6 dell’ex comune di Lisignago ho trovato armonia, spirito di squadra e competenza. Ora sono in totale 21, un numero che consente di dividere il lavoro per aree di competenza, con indubbi vantaggi per tutti, sia per i dipendenti che per i cittadini».
Sul nuovo Comune aleggia l’onerosa ombra dell’impianto a biomassa costruito a Cembra. Lei ha capito se funziona?
«Funziona come teleriscaldamento, ma non produce energia. E’ un tema importante che voglio approfondire: nei giorni scorsi ho chiesto una relazione completa all’ufficio tecnico e ho dato 15 giorni all’ufficio ragioneria impegnato a redigere il bilancio consuntivo consolidato dei due ex comuni che dovrò approvare, per avere chiaro dove e quanto pesa la struttura sul bilancio».