Unica Cassa Rurale per Rotaliana e Cembra
Si è aperto ieri sera, positivamente, il dialogo tra le Casse Rurali di Lavis-Val di Cembra, Mezzolombardo-San Michele, Mezzocorona, Giovo e Roverè della Luna per approfondire l’ipotesi di una fusione a cinque che possa portare alla nascita di un’unica cassa operativa nell’ambito delle due comunità Rotaliana-Könisgberg e Valle di Cembra.
Il primo incontro formale, a cui hanno partecipato presidenti e direttori delle cinque casse, si è svolto nella sede della Rurale di Lavis e, se il progetto non si fermerà, entro pochi mesi potrebbe nascere un altra super-cassa che, stando ai dati dei bilanci chiusi nel 2014 (e ovviamente ormai da aggiornare con quelli dell’ultimo esercizio 2015 non ancora pubblicati), avrebbe 10.586 soci, 194 dipendenti, un patrimonio di 154,9 milioni e una raccolta totale (tra diretta e indiretta) di circa 1,2 miliardi.
Quello di cui si comincia a ragionare sarebbe dunque uno degli istituti di credito cooperativo più grossi in Trentino. Lentamente, insomma, tra resistenze e riluttanze, prende corpo il piano di fusioni «spinte» dalla Federazione della Cooperazione che vorrebbe portare il numero delle casse da 41 a circa 15. Fino a qualche settimana fa in Piana Rotaliana ancora non si muoveva nulla, ma i tempi sembrano cambiati, anche a causa della prossima entrata in vigore del decreto che ridisegna l’assetto del credito cooperativo a livello nazionale imponendo di fatto aggregazioni, rafforzamenti ed economie di scala.
Economie che in Rotaliana sembrano necessarie, sempre stando ai bilanci 2014: la chiusura di Lavis-Val di Cembra l’anno scorso vedeva un risultato negativo di 4,99 milioni di euro (molto probabilmente aumentato nel 2015), quella di Giovo una perdita di 1,72 milioni. A non piangere erano invece Mezzolombardo (1,19 milioni di utile), Mezzocorona (200mila euro di utile, che però nel 2015 è diventato un passivo anche piuttosto consistente ma per ora imprecisato) e Roverè della Luna (149mila euro).
E proprio la «piccola» Roveré, nell’orribile 2015 contrassegnato dalla necessità - per il sistema creditizio - di operare rettifiche e svalutazioni di crediti deteriorati, che in Trentino avrebbero raggiunto la cifra «monstre» di 2,1 miliardi di euro, ha addirittura fatto meglio dell’anno precedente arrivando a un utile di 280mila euro e acquisendo un Cet 1 del 21,65%: secondo il suo presidente Arrigo Dalpiaz, si tratta del più alto indice di solidità bancaria in Trentino, dato dal rapporto tra il capitale ordinario dell’istituto e le sue attività ponderate per il rischio. Più è alto il parametro, più la banca è solida.
Ed è proprio questa sicurezza a far dire al presidente della più piccola delle Rurali a Nord di Trento, coinvolte nel dialogo: «Purtroppo la riforma del credito cooperativo ci obbliga a iniziare a ragionare di fusioni. A cui non sono contrario per principio, purché siano fatte con chiarezza e intelligenza e rappresentino un effettivo miglioramento per i soci e i clienti». Cosa di cui però Dalpiaz dubita fortemente, senza nasconderlo: «Questa strada cancellerà quello che oggi è il rapporto con la comunità e le associazioni. A nascere saranno spa mascherate da cooperative».
I DATI DELLE CINQUE CASSE A FINE 2014
LAVIS-VALLE DI CEMBRA: raccolta totale 740,54 mln; patrimonio 77,82; soci 4.597
GIOVO: raccolta totale 131,18 mln; patrimonio 14,48; soci 1.448
MEZZOCORONA: raccolta totale 232,09 mln; patrimonio 26,49; soci 2.012
MEZZOLOMBARDO-S. MICHELE: raccolta totale 251,52 mln; patrimonio 27,95; soci 1.930
ROVERÈ DELLA LUNA:raccolta totale 48,68 mln; patrimonio 8,16; soci 599