Il consorzio 5 Comuni conferma Roberto Roncador presidente
Il consiglio di amministrazione della società cooperativa agricola 5 Comuni ha confermato alla presidenza Roberto Roncador dopo che martedì l’assemblea dei soci svoltasi presso il teatro comunale di Zambana, lo aveva rieletto consigliere assieme agli altri «uscenti» Lorenzo Brugnara e Andrea Chisté (l’ex presidente Alberto Giovannini non si è ricandidato) e al nuovo entrato Alessio Chisté.
Un’assemblea dai toni vivaci, a tratti accesi, condizionata da un dato su tutti: i 26 centesimi che ha costituito la media-consorzio del liquidato di quest’anno per le mele. Cifra bassa, in ulteriore calo rispetto ai 27 centesimi di un anno fa, che ovviamente ha creato malcontento fra i circa 150 soci dei 320 totali, presenti in sala.
Il presidente Roncador nella sua relazione al bilancio chiuso con un utile di 53.920 euro, ha illustrato i motivi che hanno portato a questo risultato. In primis la produzione «nella norma ma di qualità non eccellente». Durante la stagione sono stati immagazzinati 162.953 quintali di frutta, con un calo del 15,38% rispetto all’anno precedente.
«Nota dolente - ha sottolineato - è il 12% per il prodotto conferito uso industria, causato parte dalla grandine e parte dal prodotto con segni di spaccatura sulla Gala e petecchia sulla Golden». Nefaste per la conservazione e quindi per la commercializzazione delle mele Golden e Red, si sono rivelate le elevate temperature registrate nel periodo estivo: «Si è accorciato notevolmente il self life(il periodo che intercorre fra l’uscita delle mele dalle celle frigo e l’arrivo sulle tavole dei consumatori, ndr) del prodotto e quindi la possibilità di raggiungere mercati lontani ma redditizi come India e Pakistan. A giocarci contro si è aggiunto il calo del prezzo del petrolio, che ha ridotto la capacità di spesa dei Paesi del Nord Africa, Libia e Algeria in particolare, da sempre grandi recettori di seconde scelte».
Ai problemi legati a produzione e conservazione, Roncador non ha nascosto che si sono affiancati disguidi determinati dal passaggio del ramo d’azienda della selezione e del confezionamento del prodotto, al Consorzio La Trentina. «La partenza del progetto di riorganizzazione - ha riconosciuto Roncador - non ha dato, e dobbiamo dircelo con chiarezza, i risultati sperati . A nostro modo di vedere nella parte commerciale è stato sottovalutato il mercato e la tipologia di prodotto che era nelle nostre celle. Altro fattore sottovalutato è stato il settore amministrativo dell’azienda che si è rivelato più complesso del previsto e che ha assorbito molte energie della parte dirigenziale».
Il miglioramento e consolidamento del progetto di riorganizzazione per conseguire un miglior risultato economico per i soci produttori «sarà oggetto - ha sottolineato il presidente - di discussioni, controlli e valutazioni. L’autonomia dei consorzio di primo grado è uno dei punti inderogabili che il Cda dei 5 Comuni intende porre al centro della riorgamizzazione La Trentina, con lo scopo di rendere il consorzio di secondo grado un ente a servizio e tutela delle cooperative di produttori associate e non l’elemento dominante del sistema».
I soci da questo punto di vista, hanno fatto chiaramente intendere di pretendere di più il prossimo anno. Ma basterà ad invertire il trend negativo delle performance sui mercati? Per Roncador più di ogni altra cosa alla frutticoltura extra Val di Non oggi come oggi servirebbe come l’aria il fare rete: «Se non si farà strada una volontà di aggregazione forte - questo il suo pensiero - per i liquidati dei prossimi anni prevedo ancora lacrime e sangue».