Cembra Lisignago, condanna da 291.000 euro pendente per il Centro di Protezione Civile
Il Comune di Cembra Lisignago - ad appena un anno dalla sua nascita - fa i conti con il proprio passato e scopre «magagne» che rischiano di azzopparne l’operatività. A portare in dote sgradite e costose vertenze, per la verità, finora è stato solo l’ex Comune di Cembra. L’ultima a venire a galla in ordine di tempo, dopo quella ancora tutta da definire dell’impianto a biomassa, è relativa al Centro di Protezione Civile.
L’opera, iniziata nell’estate 2009 e conclusa nella primavera del 2012, ha lasciato in eredità al Comune una spinosa questione legata al pagamento dei subappaltatori dell'impresa Ires costruzioni srl, che aveva vinto la gara d’appalto per un importo di 2.361.642 euro, successivamente aggiornato a 2.812.604 euro.
Citato a giudizio dalla ditta Zorzi geom. Mario, per recuperare un credito pari a 200.376 euro nei confronti di Ires, il Comune di Cembra in primo grado è stato condannato nel giugno scorso a pagare la predetta somma oltre agli interessi e al risarcimento del danno per un totale di 291.460 euro. Un colpo che per il momento l’amministrazione comunale ha provato a parare presentando appello con richiesta di sospensione della provvisoria esecutività. «Attendiamo di vedere come andrà l’appello, sapendo già peraltro che almeno un altro creditore di Ires per oltre 100 mila euro ha seguito la strada giudiziale tracciata da Zorzi - commenta il sindaco Damiano Zanotelli -. Come amministratori comunali ci troviamo sul capo un’enorme spada di Damocle lasciataci da chi ci ha preceduto».
Per capire come il Comune di Cembra Lisignago si sia ritrovato sul groppone quanto dovuto dalla ditta Ires ai subappaltatori, occorre ripercorrere l’iter che ha portato alla realizzazione del Centro di Protezione Civile. Dall’inizio dei lavori a favore della ditta Ires - vincitrice della gara d’appalto - venivano emessi 13 certificati di pagamento. Dopo averne liquidato progressivamente i primi 9, nel corso del 2011 il comune si vedeva costretto a sospendere la liquidazione dei successivi quattro per complessivi euro 729.435 oltre al saldo per lo stato finale pari ad euro 153.990 da cui vennero dedotti nel frattempo alcuni importi per vizi costruttivi dell’opera. La sospensione del pagamento era dipesa dal fatto che Ires non forniva le fatture quietanziate dei subappaltatori come previsto dalla normativa in materia di lavori pubblici.
Con deliberazione della giunta comunale n. 54 del 26 aprile 2012 il Comune di Cembra aveva approvato e sottoscritto un accordo che prevedeva lo sblocco del pagamento di euro 797.435 in favore di Ires, la quale avrebbe dovuto, in forza della nuova liquidità, pagare i subappaltatori in arretrato. A garanzia di ciò Ires, a proprie spese, presentò al Comune di Cembra una garanzia fideiussoria di pari importo. L’accordo non fu rispettato da Ires che non pagò, se non in parte, i subappaltatori. L’allora sindaco Antonietta Nardin escusse inutilmente la fideiussione rilasciata da “Eticofidi s.c.p.a”, e la società garante, che non pagò neanche a seguito di apposita azione legale, venne nel frattempo dichiarata fallita con decreto del tribunale di Roma del luglio 2014. Anche Ires Costruzioni Srl venne nel 2014 ammessa a concordato preventivo e, visto il mancato adempimento degli obblighi assunti, venne dichiarata fallita in data 29/9/2016.
Alla luce di quanto appena esposto e tornando al nocciolo della questione, ossia alla causa intentata e vinta in primo grado da Zorzi, è evidente che qualora il nuovo comune di Cembra Lisignago risultasse soccombente in appello, o l’istanza di sospensiva fosse respinta, lo stesso Comune dovrebbe corrispondere con immediatezza alla ditta Zorzi geom. Mario, la consistente somma sopra citata. Poiché detto importo non risulta previsto a bilancio, tale esborso comporterebbe un evidente depauperamento delle attuali risorse comunali, già stanziate per altre opere pubbliche.