Pellegrinaggio da Covelo a Roma con gli asinelli
Tutto ha inizio grazie a un sogno, come la migliore delle storie.
Una notte Damiano Martelli, un 34enne di Covelo già avvezzo ai pellegrinaggi, si rigira nel letto e immagina di arrivare in sella a un asino nella città di Santiago di Compostela. Detto fatto, qualche settimana dopo era già pronto a partire a piedi con Diego e Sigaro, due asinelli comprati per l’occasione e poi diventati due perfetti compagni di viaggio.
Destinazione, però, Roma. La Spagna era un po’ troppo fuori mano.
A lui si sono aggiunti Angela Gottardello, sua moglie e ricercatrice della Fondazione Mach, il vicino di casa Francesco Degasperi, 32 anni gelataio di Trento, e il loro amico Mattias Valentini, 28 anni, dipendente in un garden center.
Sono partiti lo scorso 5 novembre e in un mese, sempre accompagnati dai loro fedeli asinelli, hanno attraversato mezzo stivale, circa 600 km in tutto, per raggiungere la capitale in quattro settimane di cammino. La prima tappa l’hanno fatta ad Arco, ospiti dai frati cappuccini, poi hanno raggiunto Affi e Mantova. Hanno attraversato il Po e percorso la ciclopista del Sole, che collega il Brennero con la Sicilia, per poi spuntare sotto le Due Torri. Da piazza Maggiore hanno percorso il Cammino degli Dei fino a piazza della Signoria, per poi proseguire lungo la via Francigena e fare il loro ingresso trionfale a San Pietro. Il tutto senza sapere esattamente quando sarebbero arrivati a destinazione: l’importante era partire.
«Abbiamo scoperto mano a mano i ritmi dei nostri asini, e poi siamo stati noi ad adeguarci a loro. Erano già abituati a camminare, ma non così e senza carichi - racconta Damiano - Alcuni di noi non avevano mai avuto un animale, nemmeno un gatto. Per fortuna, però, lungo il tragitto abbiamo incontrato tante persone che ci hanno dato qualche dritta». Come Antonio, un giovane maniscalco che alle 22 di sabato sera, a San Benedetto Po nel mantovano, ha aiutato il gruppo di trentini, che si era dimenticato di ferrare le zampe di Diego e Sigaro.
L’idea dei quattro amici era quella di arrivare a San Pietro e scattarsi un selfie con il Papa. Purtroppo questo non è successo, ma il loro obiettivo in realtà era un altro. Il percorso in sé, il viaggio come destinazione.
«Ogni giorno succedeva qualcosa, non ci annoiavamo mai e abbiamo incontrato tantissime persone fantastiche - continua Francesco - Sembrava che la gente non avesse mai visto un asino, e in ogni città abbiamo trovato un riparo».
Nessuno ha chiuso le porte ai quattro amici di Covelo, anzi. C’è chi li ha ospitati, chi li ha offerto una pizza o regalato del formaggio, chi ha semplicemente ascoltato la loro storia, e chi li ha aiutati a ritrovare la via. «L’ultima notte abbiamo dormito nel fossato di Castel Sant’Angelo, c’era molta erba. La mattina dopo però ce ne siamo dovuti andare, perché lì non potevamo stare. È arrivato un nostro amico con il traino e siamo tornati a casa, in Trentino - spiega Francesco - Ma questa volta su quattro ruote».
La loro storia ha attirato l’attenzione non solo di tanti italiani, ma anche di Licia Colò che ha invitato due dei quattro amici direttamente nello studio del suo programma «Il Mondo Insieme» su Tv2000.
Qualche minuto di intervista per raccontare un viaggio, che sperano un giorno di ripetere. Magari questa volta proprio a Santiago di Compostela. «Il problema in questo caso è il tempo. Un conto è tenersi da parte un mese per arrivare a Roma, mentre per un viaggio del genere serve almeno un anno. Vedremo cosa riusciremo a fare» sottolinea Damiano che nel frattempo assieme ai suoi tre amici è tornato alla vita di sempre, quella nella loro piccola Covelo.