In ottomila sulla ferrata delle Aquile
Più di ottomila escursionisti hanno percorso, dal giorno dell’inaugurazione nello scorso mese di giugno fino ad ottobre, il «Sentiero delle Aquile», la ferrata divenuta un’attrazione di grande richiamo per gli alpinisti, anche per i meno esperti. Il numero degli escursionisti è confermato dalle firme raccolte nel quaderno posto alla fine della ferrata dove, per tradizione, chi la conclude lascia la testimonianza del suo passaggio. Il quaderno per le firme è posto ai piedi della scultura in bronzo che raffigura proprio un’aquila in volo e, quel rapace, il volo lo sta per spiccare davvero perché sarà tracciata una variante nella parte finale del sentiero che si chiamerà proprio «Il volo dell’aquila».
Franco Gionco, l’alpinista di Fai che ha ideato il «Sentiero delle aquile», ha già individuato quale sarà il tracciato della variante: «Per evitare il troppo affollamento all’uscita del ponte tibetano - spiega Gionco - la gente potrà scegliere come portare a termine la propria escursione.
Girando come adesso a sinistra, si percorrerà il sentiero già esistente mentre, a destra, si potrà camminare sul nuovo sentiero, adatto però ai più esperti. Per questo si chiamerà ?Il volo dell’aquila?; è molto più esposto e, quindi, più impegnativo. Ma offrirà nuove emozioni e qualche brivido in più rispetto quello esistente. Almeno i più esperti potranno evitare le code al ponte tibetano e divertirsi ancor di più».
Sul sentiero è piovuta una valanga di complimenti e ringraziamenti da chi lo ha percorso; l’unica critica è il troppo affollamento, soprattutto nelle belle giornate.
«Infatti, abbiamo dovuto obbligare gli escursionisti a percorrerlo a senso unico, con partenza dal canalone Battisti e arrivo al Trono dell’Aquila, dove c’è la scultura bronzea. Succedeva che quando gli escursionisti lo percorrevano all’incontrario, si formavano parecchi intasamenti incrociando altre persone che provenivano dal senso opposto. Con la percorrenza obbligatoria a senso unico, non c’è più il pericolo di incrociare altri escursionisti, soprattutto nei punti più critici».
A cosa si deve questo strepitoso successo della ferrata della Paganella? «Al fantastico panorama che offre: si domina l’Asta dell’Adige e si scoprono degli angoli naturalistici di rara bellezza.
Chi affronta il sentiero per la prima volta viene subito rapito dallo stupore e dalla felicità di ammirare quel panorama splendido. Io l’ho percorso almeno un centinaio di volte, anche di notte con la luna! È meraviglioso poter vedere la città di Trento illuminata con tutti i sobborghi che la circondano; quella visione assume la magia di un presepe e si provano sensazioni di grande spiritualità, impossibili da raccontare».
Anche durante le vacanze di Natale, mancando la neve, decine e decine di alpinisti si sono avventurati lungo il sentiero che possiede tutti i requisiti di sicurezza: ogni due metri c’è un appoggio di ancoraggio e, nei tratti più impegnativi, i cavi di acciaio hanno uno spessore maggiore per garantire la massima sicurezza.
«Camminare sostenendosi ai cavi in tensione e non penzolanti, è anche un grande aiuto psicologico per i meno esperti», osserva Gionco, soddisfatto per tutti i giudizi entusiastici raccolti tra gli alpinisti.
Ora, con la variante che sarà realizzata nel corso della prossima primavera, sempre se la società di impianti a fune Paganella 2001 spa si accollerà la spesa come ha già fatto per il sentiero esistente, sarà installato, all’ingresso della ferrata, un tornello per contare i passaggi e avere, così, un’idea precisa del numero degli escursionisti e delle giornate di maggiore afflusso.