Coop Konigsberg Il 2016 è in rosso
L’assemblea della Famcoop di Königsberg, che annovera 3.500 soci e nove punti vendita, ha votato il bilancio 2016 che si è chiuso con una perdita di gestione di 213.553 euro. Il settore alimentare ha registrato, nei dodici mesi dell’anno scorso, un fatturato di 7.059.017 euro, all’incirca 280.000 euro in meno rispetto al 2015.
La perdita dell’alimentare, pari a 367.186 euro, supera il calo del fatturato per via delle cosiddette «svalorizzazioni» a favore del socio, ma c’è chi sta peggio: il presidente Luca Coletti ha infatti ricordato che i sei punti vendita della cooperativa di consumo, pur a fatica, garantiscono un servizio costante ai propri soci e clienti, mentre, andando a ritroso nel tempo, a Faedo un privato ha chiuso bottega; a San Michele il supermercato Vivo, dopo aver cambiato due insegne commerciali, ha cessato l’attività; a Pressano la Famcoop è l’unico negozio esistente, così come nella frazione Sorni di Lavis e, infine, a Mezzolombardo il supermercato Tz ha ceduto l’attività al gruppo Poli. Però, in questo frangente, stanno arrivando in massa sul territorio altre insegne commerciali.
In sintesi, tutti i sei negozi alimentari della Famcoop hanno chiuso in perdita, anche quello di Mezzocorona, sebbene sia il più grande. Fatturato in calo anche per i tre punti vendita di prodotti agricoli e bricolage (Emporio Verde di Mezzocorona, quello omonimo di Pressano e «La Primavera» a Verla).
La diminuzione nelle vendite è di 866.000 euro: assieme i tre negozi hanno fatturato 4.461.072, con un utile di esercizio di circa 156.000. Nel dettaglio, l’utile per l’Emporio di Mezzocorona è 146.986,00 euro, per l’Emporio di Pressano, 8.622,00 euro e per l’Emporio di Verla, soltanto 281 euro.
Tirando le somme, in totale la Famcoop di Königsberg, tra settore alimentare e «no food», nel 2016 ha fatturato 11.520.060 euro, con una diminuzione sul 2015 del 9,05%. Tra le uscite, le spese di gestione ammontano a 130.697 euro e incidono per l’1,13%; i costi per servizi si attestano a 508.382 euro, pari al 4.41%; tasse e tributi incidono per circa 2.758 euro; La spesa per il personale ammonta a 1.794.450 euro, pari al 15,58%; gli ammortamenti rimangono pressoché costanti, sia nel 2015, sia nel 2016, e ammontano a 348.058 euro, pari al 3.02%; gli oneri finanziari sommano a 119.215 euro, pari all’1.17%. Il residuo passivo di 213.553 euro è stato compensato con un prelievo di pari importo dal Fondo di riserva. E, sempre con voto dell’assemblea, è stata pure approvata la delibera del regolamento «Prestiti da soci», con il tetto massimo fissato a 2,5 milioni di euro a garanzia del socio stesso.
Riprendendo l’intervento del presidente Coletti, l’aumento delle superfici di vendita del settore alimentare non corrisponde all’aumento demografico del territorio e, quindi, si profilano all’orizzonte tempi duri per la coop di consumo che dovrà essere pronta ad un’accesa sfida concorrenziale. Per rimanere competitivi, dovranno essere rivisti alcuni criteri come i prezzi, gli orari di apertura e, di conseguenza, le presenze del personale. «Sappiamo bene che la concorrenza è tanta ed è agguerrita - ha detto rivolgendosi ai soci Coletti - e sappiamo che c’è in atto una guerra dei prezzi, ma sappiamo anche che noi più di tanto non potremo spingerci, a meno di non voler incrinare degli equilibri già precari e compromettere la sopravvivenza della cooperativa stessa». In poche parole: stringere i denti e andare avanti.