Tremende le gelate di aprile Perso l'80% della produzione frutticola
Le gelate di aprile sono state disastrose, ed il bilancio è drammatico: l’80 per cento della produzione frutticola è andato in fumo, la qualità del rimanente è scarsa e i produttori vedono a rischio i loro bilanci aziendali.
Se n’è parlato al Consiglio di Amministrazione di C.i.o. – Consorzio Interregionale Ortofrutticolo con sede alle Sarche - per affrontare congiuntamente la valutazione dei danni subiti nell’ambito delle aziende ortofrutticole pertinenti. Ma anche per lamentarsi della mancata convocazione da parte della Giunta Provinciale: «Si è rilevato, con una certa apprensione, che non vi siano state risposte di alcun genere alla comunicazione che la stessa C.i.o. ha trasmesso con lettera di data 10 maggio 2017 alla Giunta Provinciale e agli Assessorati di competenza, né tantomeno che la stessa organizzazione di produttori sia stata invitata a partecipare al Comitato convocato a livello provinciale per l’esame di tali problematiche.
Anche al fine di tutelare l’intera base sociale, C.i.o.riformula l’invito, che sulla base di tutti gli aspetti sopra rilevati, la Giunta Provinciale di Trento nella sua colleggiabilità prenda atto di tutta la gravità e complessità di un tale sinistroso evento e sulla base dell’esperienza già condotta in simili situazioni avvenute nel passato, accolga l’auspicio di appurare con completezza la situazione, coinvolgendo fattivamente all’incontro con l’intera Giunta tutti i rappresentanti delle Organizzazioni di Produttori in ambito Provinciale».
C.i.o. è operativa da un ventennio e ad essa aderiscono undici Realtà associate, operative in ambito della Provincia di Trento, di Bolzano, della Regione Veneto e Friuli. L’ammontare complessivo del fatturato si è consolidato negli ultimi esercizi di poco al di sotto dei 45 milioni di euro annui, portando conseguentemente l’O.P. al secondo posto nel contesto provinciale del settore.
Nella riunione si è parlato dei danni nelle valli trentine. Da una prima valutazione le zone maggiormente colpite riguardano la Valsugana, la zona di Terlago nella Valle dei Laghi, la parte alta della Valle di Cavedine oltre a tutto il Lomaso e parte delle Giudicarie. «In tali zone si arriva a stimare, per le mele, più dell’80% di previsto mancato raccolto, oltre ai già presenti vistosi problemi qualitativi sul poco prodotto restante in pianta».
Altrettanta preoccupazione in merito alle produzioni di piccoli frutti, ove in particolare per le colture delle fragole unifere si riscontra buona perdita del primo ciclo produttivo. E ancor più problematica la situazione delle produzioni di ciliegie di cui risulta pressochè compromesso il raccolto 2017 stesso in ambito provinciale e non solo.
Ma oltre all’aspetto economico delle singole aziende, agli amministratori non sono sfuggiti molteplici aspetti negativi conseguentie: la problematicità della gestione dei bilanci sociali del prossimo esercizio dei singoli consorzi dovuta alla drastica riduzione dei conferimenti; l’aggravio delle spese generali, anche della sola gestione ordinaria con una drastica riduzione delle liquidazioni ai singoli produttori.