La sede di Indimaj spaventa la Lega Il sindaco Brugnara: "Nessuna paura"

Si è tenuta ieri mattina la conferenza stampa della Lega Nord per protestare contro la futura apertura della sede di «Indimaj», un’associazione culturale musulmana. 
Con la consigliera comunale Monica Ceccato, a manifestare davanti alla sede di prossima inaugurazione c’erano altri esponenti leghisti locali e Maurizio Fugatti
«L’amministrazione dovrebbe prima sentire il parere dei residenti e interrogarsi sulle reali intenzioni di questa associazione culturale islamica - hanno detto i leghisti nel corso dell’incontro pubblico - dato che all’interno dello spazio destinato a quest’ultima si può notare una fontana adibita al lavaggio dei piedi, cosa poco consona per un luogo destinato alla cultura e alla volontà di aiutare anziani e affiancare le altre associazioni locali. È assurdo - continuano - visto quanto sta accadendo oggi, che vi siano ancora privati in grado di affittare o vendere spazi a queste associazioni mettendo quindi in pericolo anche l’incolumità pubblica».
Sono state espresse le preoccupazioni sul tema «vista la guerra che l’Islam ha dichiarato all’Occidente e la necessità di garantire sicurezza alla nostra popolazione» dicono. «Barcellona ci ha insegnato che nei centri in cui si riuniscono gli islamici nasce l’odio» ha rincarato Fugatti. «Ricordando che le associazioni sono il cuore della nostra terra, non c’era certamente il bisogno di dare vita ad una nuova associazione ma che gli stessi, vista la loro voglia di integrarsi, avrebbero potuto aderire a quelle già presenti a livello locale» affermano dalla Lega Nord. 
Secca la replica del sindaco di Lavis Andrea Brugnara: «La Lega Nord non abbia paura, la cosa migliore è il confronto senza pregiudizi, perché le nostre culture sono complementari». 
A Lavis, circa 9 mila abitanti, il 12% della popolazione ha origine straniera, ma i musulmani praticanti non sono più di 350, dice il sindaco. E in periodo di ramadam viene da tempo concessa ai fedeli una palestra per poter riunirsi e celebrare i riti del caso. 
E poi arrivano le precisazioni tecniche: «Non sarà una moschea, ma un centro culturale islamico, infatti l’associazione ha anche scopi di volontariato. E in ogni caso la destinazione urbanistica nel Piano regolatore non indica un luogo di culto». In via 4 Novembre, dove una decina d’anni fa c’era un supermercato rionale, sta per essere inaugurata la sede di un’associazione - «Indimaj», che in arabo significa integrazione - che proporrà, tra le altre cose, anche attività come corsi di arabo, scrittura e parlato, e di cultura islamica, aperti a tutti. Indimaj sarà in affitto da un privato - un’impresa di costruzioni - proprietario dello stabile. 
«È tutto in regola - continua Brugnara -. L’iter è stato avviato un anno e mezzo fa e tutto si è svolto in trasparenza. Non si tratta di un luogo di culto, ma della sede di un’associazione. Collaboriamo perché il nostro obiettivo comune è il dialogo e la conoscenza, il riconoscimento che queste due culture sono complementari». 
Secondo il sindaco, la campagna a favore del dialogo si è resa necessaria: «Purtroppo abbiamo visto che ci sono spesso episodi di odio, che si manifestano con insulti e offese via facebook - dice - e notiamo con preoccupazione che le persone stanno abbracciando una tendenza al sospetto e alla paura che ricorda un clima da caccia alle streghe. Non si deve avere paura anche solamente per il fatto di vedere persone vestite diversamente da noi. A tutto questo noi cerchiamo di fare fronte con una scommessa sul dialogo, che certo può essere rischiosa ma che ora va fatta».

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