Per i 60 anni della Festa dell'Uva un libro celebrativo in 60 copie
Davanti a un pubblico attento si è svolto a Trento - presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto - il convegno di presentazione del libro «Sessanta», una pubblicazione che racconta, spiega ed illustra i sessant’anni della Festa dell’Uva di Verla di Giovo. La festa, in programma dal 22 al 24 settembre, mette in sinergia cinque aspetti importanti: folklore,enogastronomia, sport, territorio ed arte. Dal connubio di questi nasce l’idea della pubblicazione cartacea: non solo un volume «celebrativo», ma un’attenta analisi scientifico-sociologica dell’evento che nasce dalla spontaneità della gente che si racconta, si critica e si prende in giro nella tradizionale festa di inizio autunno.
Nel Comune di Giovo sono residenti 2.500 persone: 1.000 circa lavorano la terra e sono ben 340 le aziende agricole attive sul territorio. Quindi una festa che si rivolge alla viticoltura è riflesso di un’intera comunità dove l’agricoltura si definisce «eroica» perché praticata su pendenze estreme ed a quota elevata.
Sei gli autori di quest’opera che uscirà in sole 60 copie - abbinate a una bottiglia di grappa locale - la settimana prossima, durante la manifestazione, dodici mani provenienti dal territorio, dal mondo accademico e artistico: Mariapia Dall’Agnol, Roberta Gottardi, Mattia Franceschini, Andrea Brugnara, Michael Dall’Agnol e Christian Arnoldi, docente universitario a Trento che ha spiegato come l’ironica sfilata dei carri tra le vie del paese abbia in realtà la funzione di rappresentare la società e i suoi cambiamenti.
Il convegno è iniziato con i saluti istituzionali della vicepresidente della Comunità di valle della Val di Cembra, Patrizia Filippi, della vicesindaca di Giovo, Marisa Biadene e della direttrice dell’Apt Lorenza Biasetto.
A fare gli onori di casa Enrico Faes, presidente della Federazione delle Pro Loco e Cesare Pellegrini, Presidente della Pro Loco di Giovo. Faes ha spiegato che «La Festa dell’Uva è un esempio di quanti effetti positivi sul territorio un evento Pro Loco possa produrre: in primis un beneficio sociale, come strumento di socialità e aggregazione per la comunità locale. Nel caso della Festa dell’Uva questo aspetto è particolarmente significativo, in quanto è un evento che esce dal solo ambito della Pro Loco e coinvolge tutta la società. C’è poi un beneficio per il patrimonio comune, perché la Festa riesce a trasmettere in modo vivo e dinamico una tradizione da una generazione all’altra; importante poi il beneficio a livello turistico; infine, non è da sottovalutare anche il beneficio economico di promozione dei prodotti».
Relatore della serata il docente di sociologia Andrea Petrella, che ha illustrato come la festa trovi origine nel volontariato quale unico motore e spiegazione del successo dell’evento lungo sessantanni. Anche L’Adige di sessant’anni fa aveva capito l’importanza dell’evento aprendo con un titolo premonitore: «Il Festival della schiava è destinato a diventare tradizione».
Appuntamento quindi immancabile in Val di Cembra quello della Festa dell’Uva, si celebrerà lo sport, con la Gibo storica, percorso ciclabile di 90 e 25 km dedicata al campione locale Gilberto Simoni e la marcia dell’Uva, l’arte con le mostre fotografiche che raccontano del passato, l’enogastronomia che porterà il territorio in un bicchiere e il folklore con la sfilata dei carri allegorici. Una festa per tutti e organizzata con il contributo di tutti, dove a trionfare sono lo spirito di amicizia, di identità ed attaccamento al territorio.