Il Circolo Tennis Lavis rischia di chiudere le proprie attività
Come riportato sul giornale di domenica, al Parco urbano di Lavis verranno rifatti i due campi da tennis. Il rischio è però che il paese, proprio nel momento in cui il Comune investe dei soldi per trasformare il fondo di gioco dalla terra rossa al sintetico, perda il Circolo tennis che lì svolgeva da anni le proprie attività.
«In effetti io e tutto il direttivo stiamo ragionando se valga davvero la pena continuare a tener viva la società - conferma il presidente del Ct Lavis, Nicola Franch -. L’entusiasmo che ci ha animati fino all’anno scorso devo riconoscere che è venuto meno nel corso di questa stagione». Tanti i sintomi del malessere che sta vivendo il sodalizio, due quelli più evidenti: il crollo del numero di tesserati, passati da sessanta a venti e la mancata organizzazione del torneo nazionale che ogni anno portava a Lavis circa 150 giocatori.
«Sta affiorando la stanchezza e un po’ di scoramento - continua Franch -. A fine ottobre avremo l’assemblea della società e sia il sottoscritto che gli altri componenti del direttivo non abbiamo intenzione di ricandidarci. Se qualcuno vorrà subentrarci saremo ben lieti di passare le consegne, altrimenti l’alternativa è quella di sciogliere il sodalizio».
Nubi fosche, quindi, si addensano sul futuro del tennis a Lavis, e questo proprio nel momento in cui l’Amministrazione comunale ha affidato all’architetto Alberto Cristofolini la progettazione preliminare per trasformarre i campi in terra in campi in sintetico.
Il presidente Franch accoglie con una certa freddezza questa novità ed è cercandone le cause che si scopre perché il Circolo stia vivendo questo preoccupante periodo di apatia: «Rifare i campi in sintetico è un’ottima idea, che abbiamo portato avanti assieme al Comune per superare le difficoltà di manutenzione e gestione dei campi in terra. Prioritario per noi, per dare continuità stagionale alle nostre attività, era però arrivare a coprire almeno uno dei due campi e questo non è avvenuto».
C’è rammarico nella voce del presidente Franch: «Fino all’anno scorso sulle ali dell’entusiasmo, come volontari, non avvertivamo il peso per rispettare tutti gli oneri imposti dalla Fit e per organizzare i corsi dei ragazzi, le colonie estive, il torneo. Questa forza ci veniva dalla prospettiva che si era aperta con il Comune di ridisegnare completamente l’area dove si trovano i due campi con un progetto che avrebbe permesso di coprirli entrambi». Progetto bello, ambizioso ma anche molto costoso, sul quale la giunta ha frenato: «Non faccio assolutamente una colpa al Comune, ci mancherebbe - chiarisce Franch -. Le risorse economiche sono limitate e l’Amministrazione ha individuato altre priorità. Rimane il fatto che a noi il non poter disporre di almeno un campo coperto impedisce di dare continuità all’attività giovanile che alla fine era la molla che ci animava».
Ad onor del vero, il discorso copertura non è stato cassato in via definitiva, visto che l’assessore allo sport Luca Paolazzi non ha escluso la possibilità di ricorrere ad un pallone pressostatico. Basterà questa apertura a far desistere il Ct Lavis dai propositi di autoscioglimento? Non rimane che attendere l’assemblea.