Nuovi fioretti per la Quaresima: a Lavis l'astinenza da WhatsApp
La Quaresima è, da sempre, un periodo di riflessione e di rinunce. Dopo i bagordi del Carnevale, ormai praticamente finito, il tradizionale calendario ecclesiastico vede l'inizio del periodo fatto di «digiuno ed astinenza».
Una astinenza che può essere anche dalla tecnologia, secondo quanto proposto dall'Oratorio di Lavis.
Niente Whatsapp, chat o altri programmi di comunicazione simili in tutti i venerdì della Quaresima. Un tempo nelle giornate di venerdì di questo periodo, che si concluderà con la Pasqua nel prossimo mese di aprile, non si poteva mangiare carne. Adesso, nel 2000 e spiccioli, viene richiesto un «fioretto» diverso a ragazzi e ragazze. Ovvero rinunciare ad utilizzare Whatsapp nei «No chat day», un digiuno non più di carni rosse o bianche bensì da emoticon, parole, video o fotografie scambiate via smartphone.
«Questa proposta - hanno scritto i responsabili dell'oratorio di via Degasperi nel messaggio inviato a tutti - la affianchiamo ad altre forme di astinenzapiù consuete del tempo di Quaresima come: cibarsi sobriamente, evitare le spese superflue, ridurre le ore passate davanti alla tv o a navigare in internet, insieme alla tradizionale raccolta di offerte a favore dei missionari trentini sparsi nel mondo».
L'idea di rinunciare alle spunte blu, con annessi e connessi, deriva dalla voglia di pensare e puntare ad un genere differente di relazioni personali. Più incentrate sulla presenza, sul faccia a faccia e fianco e fianco, piuttosto che per via telematica. Preferendo bere un caffè insieme o scambiare quattro chiacchiere, con relativa lentezza o tempi più lunghi, ad una comunicazione rapida ma molto «usa e getta». Stimolando così il dialogo diretto fra persone e non mediato dalla tecnologia.
Un altro obiettivo di questa proposta, poi, riguarda la sensibilizzazione verso la produzione industriale su larga scala di prodotti come, appunto, lo smartphone. Perché la realizzazione di questi cellulari di ultima generazione comportano sangue e lacrime ai lavoratori sfruttati in alcune zone del Terzo Mondo, per la raccolta del coltan necessario alla sua fabbricazione. «Sarebbe bello - concludono dall'oratorio - in questo tempo quaresimale (e non solo) fare una telefonata a settimana ad una persona sola (anziani, malati, emigrati...) che non sentiamo o vediamo da tempo».