'Ndrangheta delle cave: il Comune di Lona Lases si costituirà parte civile
A deciderlo all’unanimità, su proposta del sindaco Manuel Ferrari (foto) e del suo vice Stefano Cobelli, è stato il consiglio comunale
Il Comune di Lona Lases si costituirà parte civile nei processi che saranno avviati a seguito dell’indagine “Perfido” che ha portato alla scoperta di una Locale di ‘ndrangheta da anni operativa nel paese. A deciderlo all’unanimità, su proposta del sindaco Manuel Ferrari (foto) e del suo vice Stefano Cobelli, è stato il consiglio comunale nell’ultima seduta del 2020. Un atto forte, che va nel verso di iniziare a chiudere un pessimo capitolo nella storia del paese senza per questo voler dimenticare o minimizzare quanto accaduto. Ovvio, il Comune in primis, ma anche la Provincia - visto che i rumors di quanto stava accadendo nel mondo del porfido erano noti da tempo anche a Trento - negli anni passati avrebbero potuto e dovuto reagire prima. Ma tant’è, prendiamo il buono di questa iniziativa presa dal neo-eletto consiglio comunale di Lona Lases, a cui ha annunciato che si accoderà pure l’Asuc di Lases.
La necessità evidenziata dal sindaco Ferrari dopo lo tsunami causato dall’inchiesta, è quella di allontanare il «clima di sfiducia, quando di non sospetto» addensatosi sul paese. Un clima che a detta degli ammnistratori eletti il 20 e 21 settembre scorso rende ancora più difficile garantire il regolare funzionamento e la piena efficienza di un Comune già prima alle prese con seri problemi di efficienza.
«Il risalto locale e nazionale giustamente dato alla vicenda ha evidentemente messo in cattiva luce l’intero territorio della Val di Cembra, ed il Comune di Lona Lases in particolare, descritto come permeabile alle infiltrazioni criminali - si legge nel documento approvato dal consiglio -. Questa situazione, che è destinata a durare fino alla chiusura delle indagini e dei processi ed all’accertamento definitivo delle responsabilità, danneggia ulteriormente, in una quadro economico già non facile ed in un periodo difficile anche a causa della pandemia, tutta la collettività e la parte sana della società, che deve quindi saper reagire, recidere ogni legame anche solo apparente con interessi criminali, attivare gli anticorpi e creare le basi per una ripresa ed un futuro migliore».
Nel sottolineare come l’attuale amministrazione comunale in nessuna maniera risulti coinvolta nelle indagini, l’impegno da essa preso è stato quello di esprimere la netta presa di distanza da qualsiasi possibile attività, illecita, illegale od anche solo poco trasparente sia stata posta in essere ed accertata nell’ambito delle indagini. Impegno che va di pari passo «alla solidarietà, ringraziamento e fiducia nell’attività delle forze dell’ordine e della magistratura per fare chiarezza ed accertare la verità».
Insomma, un’abiura totale, senza se e senza ma, al “sistema” che per anni aveva pesantemente condizionato l’attività del Comune di Lona Lases, soprattutto con riguardo al lucroso settore estrattivo, che si è tradotta in concreto nell’obbligo assunto da sindaco, giunta e consiglio comunale «a tutelare, sulla scorta di adeguato supporto legale e ricorrendone i presupposti, gli interessi della comunità di Lona Lases anche attraverso la costituzione di parte civile nei processi che dovessero avviati nei confronti degli attuali o futuri indagati».