Val di Cembra / Il caso

Giovo, il ristorante Maso Franch chiude: domenica 2 ottobre l'ultimo giorno

"Costi di gestione alle stelle": dopo sei anni il titolare, Massimo Geusa, ha deciso di lasciare pubblicando l'annuncio sui social. La struttura è di proprietà del Fondo Immobiliare provinciale, in affitto alla Cantina La-Vis e Valle di Cembra, e allo scadere del contratto non si è riusciti a trovare un accordo condiviso per una possibile continuazione

GIOVO. La notizia è arrivata, diretta, senza tanti giri di parole, affidata ad un lungo post su Facebook: «Maso Franch sta per chiudere». Così il titolare, Massimo Geusa, ha voluto condividere questo momento con tutti i clienti e con le molte persone con cui in questi anni ha lavorato. Sono stati sei anni ricchi di collaborazioni, scrive, «con la soddisfazione di aver valorizzato un territorio che nel tempo è cresciuto, diventando un luogo di incontro, di partecipazione e sviluppo di aziende e realtà locali».

Sei anni di Maso Franch in cui - racconta - «veramente mi sento a casa e dove vengo anche nel mio tempo libero. Abbiamo creato molte sinergie con le varie realtà e aziende presenti sul territorio, abbiamo organizzato eventi e fatto rete con associazioni e cantine vitivinicole. Ho sempre pensato a Maso Franch come ad un biglietto da visita per la Val di Cembra, vista anche la sua posizione strategica per i visitatori che qui potevano ricevere informazioni sui prodotti e i luoghi da visitare».

Maso Franch è una struttura di proprietà del Fondo Immobiliare provinciale, di cui Cooperfidi è gestore, data in affitto alla Cantina La-Vis e Valle di Cembra: ciò che è successo è che, allo scadere del contratto, non si è riusciti a trovare un accordo condiviso per una possibile continuazione. Nessuna polemica, ma «certamente - spiega Massimo Geusa - quello che ha inciso tantissimo in questo preciso momento storico sono i costi di gestione che sono imparagonabili rispetto a quelli di qualche anno fa. La struttura di Maso Franch, che è stata aperta nel 2006, è alimentata totalmente ad energia elettrica con un impianto di 230 kW e mediamente al giorno consuma e costa oggi attorno ai 600 euro. Questo significa che solo per coprire i costi di gestione dovremmo fare il doppio di quello che è stato fatto nel 2019, l'ultimo anno di normalità prima del Covid».

Il contratto di affitto con Cooperfidi, come spiega il presidente della Cantina La-Vis e Valle di Cembra, Pietro Patton, fresco di elezione in Senato, «è diviso in due parti: quello che non viene rinnovato riguarda la parte ricettiva e scade il giorno 30 settembre, mentre quello relativo alla parte agricola del Maso prosegue e interessa un vigneto di tre ettari e mezzo a gestione diretta nel quale vengono prodotti circa 200 quintali all'anno di Traminer e Incrocio Manzoni».Cosa sarà dunque del futuro di Maso Franch è presto per dirlo. Massimo Geusa, dal canto suo, pur non sbottonandosi fino in fondo, intanto rivela che proprio in questi giorni sta valutando nuovi progetti.

«Ho sempre avuto un buon riscontro - dice - perché sento che la Valle oggi vive Maso Franch e mi dispiace non avere modo di continuare questa filosofia di accoglienza turistica. Potrebbero però nascere nuovi progetti che mi vedrebbero ancora in Val di Cembra con qualche nuova proposta. Il fatto di pensare a qualcosa di nuovo lo vedo anche come un impegno verso il personale che lavora a Maso Franch: sono dodici dipendenti, ragazzi giovani ma anche con figli e famiglie con i quali in questi anni si è creato un gruppo organizzato e unito».

Il termine della gestione Geusa a Maso Franch è fissato per domenica 2 ottobre, fino alle 18 circa, «nel frattempo - dice - potete passare a trovarci per un ultimo saluto e per brindare con noi a questa magnifica avventura. Ci aspetta una nuova vita e una nuova avventura di cui non vediamo l'ora di parlarvi. Ci rivedremo presto, questa è una promessa».

 

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