I cittadini di Cembra dicono sì a una nuova struttura ospedaliera a Cavalese
Partecipato l’incontro che si è tenuto per l'illustrazione e il confronto sui due progetti in campo. Il presidente della Comunità: «Per noi sono prioritari i servizi territoriali»
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VAL DI CEMBRA. L'idea del nuovo ospedale di Cavalese - o delle valli dell'Avisio - tanto dibattuto quanto necessario, è stata presentata lunedì 27 febbraio al teatro di Cembra in un incontro pubblico (nella foto), il terzo dopo quelli proposti in val di Fiemme e in val di Fassa.
Dopo la presentazione da parte dei tecnici della Provincia dei due progetti ad oggi sul tavolo della giunta (il primo riguardante la ristrutturazione dell'ospedale di Cavalese, l'altro una nuova realizzazione con la proposta di partenariato pubblico - privato) molte sono state le riflessioni espresse in sala dai partecipanti, dai toni «garbati e ricchi di interventi fatti con cognizione di causa», come ha dichiarato il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti.
Toni più miti insomma rispetto a quelli che si erano registrati nelle comunità interessate direttamente da questa decisione, che - come sostenuto dal presidente della Comunità di Valle, Simone Santuari, in apertura di serata - «per noi è naturale che venga fatta da chi vive quel territorio; quello che pretendiamo è avere un buon servizio, una struttura nuova e quindi un livello sanitario alto».
Perché le problematiche sollevate dal presidente, per la vallata cembrana - la maggior parte della quale gravita su Trento - sono legate «al tema dei trasporti pubblici per andare a Cavalese, alla sofferenza per la guardia medica, alla pediatra, ai medici di base, al fatto di essere una delle poche comunità che non ha la casa della salute. Quindi ben venga una nuova struttura a Cavalese, forte, che rende forte anche noi perché è giusto investire, ma dobbiamo guardarci dentro e migliorare i nostri servizi territoriali».
Il presidente Fugatti, presentando la serata ha affermato che l'obiettivo era quello di mettere a confronto due progetti e dire quali sono i pro e i contro. «La giunta - ha detto - ha messo a bilancio le risorse per entrambi i progetti e ora sono tre le fattispecie che potranno succedere: che la partecipazione e il dibattito porti a dire che l'ospedale si ricostruisce in quello spazio; che si decide di fare un nuovo ospedale sul terreno presentato nella proposta del partenariato pubblico-privato, oppure che si decide di fare nuovo ospedale su nuova parte di terreno: tutte tre le ipotesi sono aperte».
Più volte è stata messa in luce la difficoltà legata alla ristrutturazione dell'ospedale esistente - rispetto alla costruzione da nuovo - che prevederebbe la demolizione e la relativa ricostruzione in sei fasi distinte. «È fuori discussione - ha affermato l'ingegnera del'APSS Debora Furlani - che l'intervento di ristrutturazione è più impattante perché trovarsi dentro ad un ospedale in mezzo ai lavori non è la stessa cosa che fare un trasferimento, le difficoltà ci sono e sono incontrovertibili».
Alla serata era presente anche il presidente della Comunità Territoriale della Val di Fiemme Giovanni Zanon, che ha ringraziato Fugatti e i tecnici per dare la possibilità di conoscere bene gli aspetti di questi due progetti: «Il senso di appartenenza della nostra comunità - ha detto - si dimostrerà anche su questa decisione e daremo pertanto indicazioni chiare alla giunta provinciale».
La lunga serata si è chiusa così con questo intervento ripreso da Fugatti: «Spero che questo chiarisca che la decisione, come auspichiamo noi, spetta ai territori e non c'è una decisione preconfezionata».