Seicento alpini a Mezzocorona per la prima Assemblea in presenza dopo la pandemia
Al Pala Rotari 218 gagliardetti su 260. Tanti soci sì (ben 22.267) ma solo l’1,3% dei tesserati ha meno di 40 anni. Il 60,3% ha più di 60 anni. Sulle accuse di molestie a Rimini: «Abbiamo sofferto troppo per attacchi gratuiti. Noi rispettiamo sempre il prossimo, è una nostra legge non scritta»
FRIZZI "Contro di noi dopo Rimini attacchi gratuiti"
FOTO La sfilata dei delegati Ana di Trento a Mezzocorona
VIDEO Il corteo degli alpini in occasione dell'Assemblea
L'EVENTO Il programma e la sfilata mattutina
MEZZOCORONA. Dopo l’Assemblea sezionale del 2020 vissuta in videoconferenza a causa delle restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19, i delegati dell’Associazione Nazionale degli Alpini della sezione di Trento si sono riuniti oggi, domenica 5 marzo, al Pala Rotari di Mezzocorona. Un ritorno in presenza in grande stile, segnato da una notevole partecipazione: circa seicento alpini, provenienti da 218 sezioni (in Trentino sono 260, in 19 aree territoriali).
«La forza della sezione - ha sottolineato il presidente della Sezione ANA di Trento Paolo Frizzi, avvocato, in carica dal 2020 - si evince dal numero di tesseramenti chiusi con la fine del 2022. Ben 22.267 soci, di cui 16.213 soci alpini e 6.054 soci aggregati. Rispetto all’anno precedente però, si registra una diminuzione di 345 soci alpini e un aumento di 54 soci aggregati. Nel dettaglio, i soci con età inferiore ai 40 anni rappresentano solo l’1,3%, il 15,2% riguarda coloro che hanno un’età compresa tra i 40 e i 49 anni, il 23,2% tra i 50 e i 59 anni, il 23,6% tra i 60 e i 69 anni, infine il 36,7% sopra i 70 anni».
«I dati ci definiscono un’associazione, anagraficamente parlando, diversamente giovane - ha aggiunto Frizzi - visto che il 60,3% dei soci ha più di sessant’anni. Ma abbiamo ancora molto da dare e da fare, anche se più di qualcuno stenta a scollarsi da panche, salotti e sofà. Questo, e me lo insegnate tutti voi con il vostro quotidiano impegno, non è da Alpini. Dunque avanti, perché la strada di questa associazione è ancora lastricata, non solo di buoni propositi, ma anche di progetti concreti!».
Non è mancata la riflessione su quanto accaduto all’adunata degli alpini di Rimini, svoltasi tra il 5 e l’8 maggio 2022: in tre giorni sono state raccolte centinaia di testimonianze circa gli atteggiamenti sessisti, le molestie, la violenze di genere, le discriminazioni omolesbobitransfobiche, i comportamenti razzisti e inneggianti al fascismo da parte delle Penne Nere.
«Recentemente qualcuno ha provato ad infangare e minare il nostro piano valoriale utilizzato l’associazione per il tiro al bersaglio mediatico - ha evidenziato il presidente Frizzi - i giorni successivi a Rimini, penso condividerete, abbiamo sofferto tanto, troppo forse, ma in un composto silenzio, pur a fronte di accuse ed insulti che sembravano non aver mai fine, e che di certo non ci potevano lasciare indifferenti. Più che le accuse di molestie, sulle quali la magistratura prima e la storia poi daranno conto degli effettivi accadimenti, credo abbiano fatto molto più male l’accanirsi di chi a Rimini non c’era magari nemmeno stato, ma che nelle ore successive ai fatti pur di mettersi in mostra ci ha definiti “cani rabbiosi, ubriaconi molestatori, porci con il cappello alpino”».
«Quanta cattiveria, quanta insana protervia, facendo a gara nell’ergersi a censori e giudici di piazza - ha aggiunto - sappiate che questi signori dovranno rispondere davanti alla Giustizia, per questi ingiusti e ingiustificati attacchi, mossi gratuitamente. Impareranno a loro spese che l’Ana è e resta sana. Andiamo dunque a Udine sereni, consci che il rispetto e l’attenzione degli Alpini per il prossimo è una legge non scritta ma incrollabile, al di là del genere e del colore della pelle. Nessuno potrà mai fermarci. Cerchiamo ora di tornare alla normalità, senza scuse e senza timori».