Patrimonio / Tutela

Eccezionali ritrovamenti archeologici a Lavis, il Collettivo Bristol chiede di valorizzarli: «Fermate l'edificabilità»

I resti di un villaggio abitato già tremila anni fa sono emersi durante gli scavi per un nuovo complesso immobiliare. Ora la petizione online per bloccare i lavori: «La Sovrintendenza ci ascolti»

LAVIS. A Lavis c’è un vero tesoro archeologico. Nella zona di vicolo Bristol, alle pendici del Doss Paion, è stato recentemente scoperto un insediamento dell’età del Bronzo e del Ferro, abitato almeno a partire dal 1300/1200 a.C.

I ritrovamenti, rappresentati principalmente da un villaggio ben strutturato composto da varie abitazioni lungo un tracciato viario, rivestono una notevole importanza per delineare le vicende che hanno interessato un’area probabilmente strategica durante la protostoria quale l’attuale territorio lavisano. Ed ora un Comitato di cittadini – denominato Collettivo Bristol – chiede che i ritrovamenti vengano adeguatamente valorizzati.

«Il Collettivo Bristol – scrivonogli attivisti – è nato principalmente per portare solidarietà alla causa del popolo palestinese. Ci sono molti significati che si sono intrecciati nella scelta di questo nome, ma il fatto che molti di noi abitino a Lavis e alcuni proprio nel popolare e storico quartiere del Pristol, ci ha ora condotto alla scelta di prendere una chiara posizione sul futuro del recente scavo archeologico vivo e al lavoro sopra di noi.

Non vogliamo essere indifferenti né alle questioni lontane né a quelle vicine. Il patrimonio archeologico che sta venendo alla luce (parte di un esteso abitato dell’età del Bronzo e un successivo insediamento dell’età del Ferro) è un bene comune da valorizzare. Le radici del nostro passato vanno studiate, non certo sterilmente conservate o gettate via e dimenticate. Non sacrifichiamo per il profitto di pochi una ricchezza e rarità culturale di tale portata.

Vogliamo veramente lasciare costruire delle case, sopra i resti delle case dei nostri antenati, sopra un sito archeologico di questa rilevanza, per di più a pochi metri dal pregevole Giardino dei Ciucioi? Perché togliere ai nostri figli e alle future generazioni la possibilità di ammirare la bellezza di un vero e proprio ponte immaginario che collega il nostro presente alla nostra protostoria?»

I ritrovamenti, infatti, sono avvenuti durante i lavori preparatori di un cantiere per una nuova edificazione: «Ci opponiamo alla prospettiva che si sotterri la nostra storia per l’interesse di pochi e in nome del denaro. La collettività ha bisogno di studiare e riscoprire il proprio passato, per non farsi piegare dalle stesse logiche che infiammano il mondo con guerre, sfruttamento e disuguaglianza.

Per questi motivi abbiamo firmato la petizione online, che riportiamo integralmente per invitare la popolazione a sottoscriverla: “Gli scavi che dall’anno scorso interessano la parte alta del Pristol stanno mettendo in luce un importante insediamento preistorico, testimonianza della Lavis dei nostri antenati. Terminati i lavori, al momento giunti solo a metà, il destino del sito pare dover essere quello di restare testimoniato solo su carta (o in digitale), mentre l’area “ripulita” diventerà edificabile. La richiesta che vogliamo avanzare alla Soprintendenza, come persone interessate, è quella di fare il possibile affinché il sito possa essere valorizzato e musealizzato. Maggiore sarà la partecipazione di pubblico maggiori saranno le possibilità che questo luogo possa restare a testimonianza della preistoria trentina e lavisana. Poiché se oggi decidiamo di rimuovere quanto scoperto, priveremo le future generazioni della possibilità di viaggiare nella storia a due passi da casa, su un magnifico terrazzo assolato che domina dall’alto il paese e la valle, a pochi metri dal principale polo attrattivo lavisano, il giardino dei Ciucioi, con cui un sito di tale rilevanza potrebbe dialogare.”»

Per il Collettivo, l’Interesse storico condiviso dagli abitanti del comune di Lavis è emerso con chiarezza dalle visite, molto partecipate, tenutesi lo scorso settembre presso il cantiere archeologico. Chiediamo dunque alla cittadinanza e alle associazioni di impegnarsi e mobilitarsi per salvaguardare il futuro del Pristol, con un progetto di tutela e di valorizzazione.

 

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