Val di Cembra, la pista ciclabile da 11 milioni è sogno impossibile? Santuari: «sono mortificato»
Progetto CicloAvvia, è tutto fermo: dai costi lievitati ai problemi tecnici quasi insormontabili, «dobbiamo trovare un piano B per andare avanti, perché i soldi sono lì»
CEMBRA. Il progetto della CicloAvvia della Val di Cembra sta avvizzendo. Poco o nulla si sta muovendo nel verso di trasformare in opere l'ambizioso progetto lanciato cinque anni fa sull'onda degli 11 milioni di euro derivanti dai sovracanoni della centrale idroelettrica di San Floriano riconosciuti ai Comuni lungo l'asta dell'Avisio da Molina di Fiemme in giù. «Mi sento mortificato - sospira Simone Santuari, presidente della Comunità di Valle e "regista" dell'apprezzabile operazione che ha fatto confluire sull'opera, considerata strategica per l'intera vallata, i singoli contributi spettanti a ciascun Comune -. Sì, mortificato, ma potrei dire anche un filino depresso per l'immane fatica che stiamo facendo per mettere a terra risorse che tra l'altro - e questa è la cosa che mi tormenta - abbiamo in cassa».
Per anni sindaco di Grumes, paese che ha beneficiato della capacità di visione del suo allora giovane primo cittadino, Santuari a proposito della CicloAvvia non nasconde un senso di impotenza paralizzante che mai aveva provato prima nelle vesti di amministratore pubblico.
Santuari, andiamo al sodo: c'è il rischio che l'opera salti definitivamente?
«No, no. Il discorso ciclabile non è per niente chiuso. Va avanti pianissimo, questo sì, ma qui nessuno vuole tirarsi indietro».
D'accordo, ma non pare essere una questione di volontà. Ci sono ostacoli concreti sul cammino di questa ciclabile.
«Questa purtroppo è la verità. In parte un po' di responsabilità è anche nostra, nel senso che forse in origine abbiamo sottostimato le difficoltà tecniche di un simile intervento. A questo però si potrebbe porre rimedio, ripiegando su soluzioni più abbordabili».
Dunque i problemi veri quali sono?
«Il primo è l'esplosione dei costi delle materie prime che ha triplicato la previsione di spesa rispetto al progetto iniziale. Il secondo la carenza di personale tecnico in Comunità di Valle per cercare di chiudere la partita almeno per la tratta Lisignago-Cembra. Il terzo - che impatta sul primo - deriva dall'adozione da parte della Provincia nel settembre 2020 della "Carta delle pericolosità" del territorio, che ha portato come conseguenza un aggravamento delle procedure tecniche cui attenersi per la realizzazione di nuove opere, come ad esempio la nostra ciclabile».
Rispetto a quest'ultimo punto ha degli esempi?
«Mi basta riportare la frase dettami da un geologo: "Per mettere in sicurezza i tratti di questa ciclabile occorre muoversi come si dovesse proteggere tanti singoli ospedali". Un discorso sostenibile solo disponendo di risorse illimitate».
Accennava sopra a soluzioni più abbordabili…
«Ci sono e dove possibili le stiamo realizzando. Declassando ad esempio dei tratti da "pista ciclabile" a "percorso per mtb" abbiamo reso praticabile una strada secondaria da sempre percorribile anche in auto che collega Grauno e Capriana. E così avverrà per delle stradicciole che da Albiano portano fino a Sover».
All'inizio si era parlato anche di righe da tracciare sulla strada, come una sorta di fascia di rispetto dei ciclisti.
«Mi sembrava, soprattutto dove la strada è più ampia, un'idea di buon senso. In Provincia, però, mi hanno risposto se ero matto: con tutti i soldi spesi per allargare le strade, ora io proponevo di stringerle? Voglio credere che non abbiano capito cosa proponevo...»
Senta Santuari: avete un termine entro cui spendere gli 11 milioni?
«Il termine scadrebbe il prossimo anno, nel 2025».
C'è il rischio che vi vengano revocati qualora non riusciate a a "metterli a terra"?
«No, i soldi sono in Provincia, al sicuro. Si troverà il modo di avere una proroga per spenderli, magari trovando un piano B».
A tal proposito, qualche sindaco, considerato l'impasse della CicloAvvia, si è fatto avanti per reclamare la parte di sovracanone spettante al proprio Comune?
«Qualcuno sì, ci ha provato. Ma è stato lo stesso Fugatti a chiarire che quelle risorse rimangono destinate alla ciclabile di valle».