Fondo: Pia Zambotti, archeologa mondiale
«I fiori più belli nascono nei luoghi più impensati»... Oltre che essere una donna affascinante Pia Laviosa Zambotti , nata a Fondo nel 1898, è stata docente universitaria, ed autrice di testi importanti, nel campo della ricerca archeologica: tanto che ad esempio del suo «Origini e diffusioni della civiltà», edito da C.Marzorati nel 1947, per trovare un originale bisogna andare alla «University of California», oltreoceano
«I fiori più belli nascono nei luoghi più impensati»... Oltre che essere una donna affascinante Pia Laviosa Zambotti , nata a Fondo nel 1898, è stata docente universitaria, ed autrice di testi importanti, nel campo della ricerca archeologica: tanto che ad esempio del suo «Origini e diffusioni della civiltà», edito da C.Marzorati nel 1947, per trovare un originale bisogna andare alla «University of California», oltreoceano.
Pia Laviosa Zambotti è stata precursore delle «donne in carriera» oggi molto più diffuse: in un'epoca in cui le donne non avevano neppure diritto di voto seppe imporsi in campo accademico diventando, oltre ad insegnante di chiara fama, una studiosa le cui ricerche hanno avuto eco mondiale. Datata 1943 è la sua «Le più antiche culture agricole europee - L'Italia, i Balcani e l'Europa centrale durante il neo-eneolitico» edita dalla casa «Giuseppe Principato di Milano-Messina»; grazie a questo ed altri lavori, nel 1955, fu premiata presso l'Accademia dei Lincei. Già allora era definita «donna affascinante ed esemplare», pioniera in un'epoca in cui le «quote rosa» dovevano ancora essere immaginate.
Non ebbe vita facile, Pia Zambotti. Poco dopo la nascita dell'unico figlio, Luigi, il marito Carlo giunse a fine corsa; il giovane Luigi, nato nel 1922, se ne andò a soli 22 anni, quando in veste di guardiamarina, dopo aver frequentato l'Accademia navale di Livorno, morì in seguito alle ferite riportate nelle Marche, combattendo contro i tedeschi per difendere i «suoi» uomini, asserragliati in una casa. Era il 21 luglio 1044: Luigi Laviosa si era rifiutato di aderire alla fede nazifascista, e morì a Mecerata qualche giorno dopo (poi sepolto a Fondo), lasciando un diario di guerra conservato al Museo del Risorgimento di Trento.
Pia Laviosa Zambotti morì suicida, nel 1965; c'è chi sostiene che fu per lo sconforto di non avere ottenuto la cattedra all'università di Roma, ma la prematura scomparsa dei familiari può aver pesato.
All'interno delle iniziative del Museo Retico, quest'estate, una serata è dedicata a lei: organizzata in collaborazione con la biblioteca di Fondo, venerdì 1 agosto, quando Franco Nicolis e Maria Grazia Depetris relazioneranno sul tema «L'archeologa che scrutava il mondo».
Il Museo Retico propone, nel periodo estivo, numerose altre iniziative; dal «Cineamore» in programma martedì 22 luglio, rassegna di film tratti dalla rassegna internazionale del cinema archeologico di Rovereto, ai vari laboratori, primo in ordine di tempo quello sulla lavorazione dell'argilla in cartellone il 23 luglio; dagli «archeotrekking» guidati (dal Museo Retico al santuario di San Romedio) alle conferenze sulla Grande Guerra, dai concerti musicali alle conferenze su Reti ed Etruschi. Con un solo rimpianto: e riguarda il «karnyx», specie di corno di guerra retico, caratteristico delle civiltà celtiche, portato alla luce a Sanzeno (ne sono stati rinvenuti molti a Tintignac, in Francia). Un reperto unico, ma quest'anno «emigrato» (come conferenza) allo spazio archeologico sotterraneo del Sass, a Trento. G.S.