Val di Non, nuove varietà di pero
Dopo il recupero delle varietà antiche di mele, arrivano anche quelle di pero. Dalla Buona Luigia alla Favorita di Clapp, dal «Trionfo di Vienne» alla Decana d’inverno e così via, per oltre venti varietà un tempo diffuse e un totale di 251 piante di pero disponibili per chi vorrà metterle a dimora nei campi o nei giardini.
Parliamo dell’iniziativa di un gruppo di appassionati di piante da frutto di antiche varietà che, domenica 2 settembre 2012, aveva raccolto nelle campagne dell’Alta Val di Non le marze dalle antiche piante di pero. Insieme a Rodolfo Ortler, Enzo e Mattia Leonardi, Alberto Larcher di Sarnonico, Giancarlo Seppi di Ronzone, Ivan Morten di Fondo, l’esperto Mattia Omezzolli di Riva del Garda. La raccolta - come spiegano i promotori - è stata realizzata in particolare nei paesi di Sarnonico, Seio, Ronzone e Malosco. «Oggi, dopo quasi tre anni - informano - le gemme di pero raccolte sono state innestate su un portainnesto franco da seme e si sono trasformate in piccole piante pronte per ritornare a ripopolare le nostre campagne, prati e giardini. Le piante su portainnesto franco sono robuste, rustiche, crescono lentamente senza bisogno di sostegno - sottolineano -, entrano più tardi in produzione, resistono meglio al freddo, alla siccità e alle malattie, vivono molto a lungo, non richiedono grandi cure e trattamenti antiparassitari».
Sabato 26 settembre, a Ronzone, verrà organizzata la distribuzione delle piante di pero che sono state allevate a terra e poi in vaso. Le varietà sono le seguenti: Hardenpondt, Buona Luigia, Williams Rosso, Williams Giallo, Kaiser 1, Butirra Claigeau, Trionfo di Vienne, Pera Del Sangue, Von Targem (i Peri del Barba), Favorita di Clapp, Decana d’inverno, Moscatello di Seio, Precoce di Trevoux, Spadona, Bella di Fiandra, Conference, Abate Fedel, Olivier de Serre, Butirra Diel, Buona Grigia.
Il progetto - viene sottolineato dai promotori - non ha fine di lucro, e le piante saranno messe a disposizione al prezzo di 20 euro, la stessa quota richiesta dal vivaista.
Al progetto, che ha avuto il patrocinio dell’Unione dei Comuni dell’Alta Anaunia (Romeno, Cavareno, Sarnonico, Ronzone, Malosco) hanno aderito le associazioni «Amici della Terra» e «Alta Val di Non futuro sostenibile». L’iniziativa - viene spiegato - «ha una valenza sovracomunale perché interessa il paesaggio di tutte le comunità dell’alta Valle di Non che mantiene ancora rilevanti caratteristiche di biodiversità che sono garanzie di qualità della vita e di un’importante presenza turistica. L’intento è quello di conservare e tramandare il patrimonio naturalistico ripopolando il nostro territorio con queste giovani piante che hanno origine genetica dai nostri antichi patriarchi».
«Oltre 200 piante di melo erano state messe a dimora nel 2009 in Alta Val di Non - ricorda Alberto Larcher, fra i promotori dell’iniziativa - e a Sarnonico sono una quindicina i meli di queste vecchie varietà nei giardini comunali»
Come si ricorderà, il censimento realizzato dal Comune aveva rivelato la presenza di 833 piante (331 di melo, 502 di pero) con età superiore ai 50 anni e di 26 varietà diverse.