Smarano, via libera al Prg
Cautela da parte del sindaco di Predaia, Paolo Forno, che per ora si dice soddisfatto solo perché «finalmente l’iter è concluso»; cautela da parte dell’ex sindaco di Smarano, Daniele Brentari che però, a nome del Comitato Tutela Smarano, esprime già un primo giudizio negativo. Sono queste le prime reazioni all’approvazione della variante al Piano regolatore generale relativa al territorio di Smarano e adottata prima che questo Comune si unisse agli altri quattro, dando vita a Predaia: il via libera è stato dato venerdì dalla giunta provinciale, dopo un lungo iter iniziato il 22 agosto 2014 e accompagnato da forti polemiche politiche tra i residenti a Smarano, la nuova amministrazione comunale di Predaia e la Provincia.
Al centro dei dissidi, le valutazioni sulla scelta fatta dall’ex Comune, nel 2014, di sottoporre a vincolo paesaggistico il 10% circa del territorio, per contenere l’espansione della frutticoltura intensiva salvando i prati circostanti il paese. La variante prevedeva infatti il divieto di installare palificazioni, reti antigrandine e serre nelle località Lam e Luz (a monte dell’abitato, rispettivamente verso Sette Larici e Merlonga) consentendo di fatto solo coltivazioni foraggere, orticole ed erbacee, nonché piantagioni arboree estensive. Lo stesso vincolo interessava anche la fascia di terreno distante meno di 30 metri da edifici e pertinenze.
Passata la palla alla Provincia, lì per mesi si è fermata: dopo aver imposto al Comune una ridelimitazione dei 30 metri in base a limiti fisici come strade o confini catastali, il Servizio Urbanistica aveva infatti chiesto al nuovo Comune di Predaia di riprendere in mano la variante al Prg per «definire una disciplina unitaria delle aree agricole che presentano analoghe caratteristiche colturali e paesaggistiche sul territorio dell’intero Comune di Predaia». Il Comune, però, con la nuova amministrazione guidata da Paolo Forno, aveva preso tempo e il 7 dicembre aveva risposto che «la ricerca e l’elaborazione di soluzioni innovative nel senso del dialogo costruttivo tra i due comparti», quello agricolo e quello turistico, «appare comprensibilmente percorso non semplice e nemmeno immediato», rinviando un intervento alla conclusione del procedimento da parte della giunta provinciale.
La sospensione dell’iter e il tentativo di riesame imposto dalla Provincia aveva fatto arrabbiare non poco i cittadini di Smarano, costituitisi nel frattempo in Comitato tutela a difesa delle scelte ambientali compiute dall’ex Comune. In febbraio, la minoranza di Predaia aveva presentato una mozione chiedendo al Comune la conferma delle previsioni inserite in variante, ma la maggioranza l’aveva bocciata perché «l’amministrazione non può riesaminare una variante legittimamente adottata» prima della fine dell’iter.
Ripreso il quale il 21 aprile (un giorno prima dell’approvazione in giunta), il Servizio Urbanistica ha scritto: «La perimetrazione proposta risulta astratta rispetto agli obiettivi di tutela paesaggistica perseguiti, posto che non individua specifici ambiti dove la morfologia del terreno, le visuali segnate dalla relazione tra l’area agricola e il fronte abitato motivano la tutela paesaggistica delle colture tradizionali».
La conclusione è che la delibera della giunta provinciale ha confermato la «tutela paesaggistica speciale» solo in corrispondenza dell’area prativa che si estende in località Poscòl, a valle del centro abitato di Smarano, delimitata in particolare da via Merlonga e da via Roen, e in corrispondenza dell’area prativa che si estende in località Lam, a monte dell’abitato di Smarano, delimitata dal confine comunale e da via Meneghelli.
Non trova applicazione invece la fascia di «tutela paesaggistica speciale» di 30 metri nelle altre parti del centro abitato, mentre nelle aree sottoposte a tutela si prevede che «non sono ammessi cambi colturali che comportino eccessive modificazioni del paesaggio e opere di bonifica agraria che prevedano alterazioni sostanziali delle livellette naturali del terreno, fatti salvi i cambi di coltura volti a ripristinare le aree prative abbandonate; non sono altresì ammessi serre e tunnel pesanti, sistemi di protezione antigrandine e antipioggia, sistemi di sostegno realizzati con materiali non coerenti con gli obiettivi di tutela paesaggistica di queste zone».
Commenta Paolo Forno: «Sono state fatte modifiche rilevanti, dovremo analizzarle e poi fare una valutazione approfondita. Ma almeno, finalmente, l’iter di questa variante si è concluso e questo ci restituisce competenza in materia». Non si esprime sulla sostanza neppure l’ex sindaco di Smarano Brentari che si limita a dire: «Mi confronterò con il Comitato, ma le modifiche apportate non corrispondono alla volontà della maggioranza della popolazione di Smarano».